VIABILITA'

Tremosine, per la strada della Forra la riapertura resta un miraggio

di Luciano Scarpetta
Il tavolo tecnico ha confermato che non ci sono le condizioni di sicurezza. I tempi di ripristino non sono calcolabili. Al lavoro per il «piano B»
Continuano le indagini anche dal lago per valutare lo stato della Forra
Continuano le indagini anche dal lago per valutare lo stato della Forra
Continuano le indagini anche dal lago per valutare lo stato della Forra
Continuano le indagini anche dal lago per valutare lo stato della Forra

Quella del ripristino della viabilità alla strada della Forra sarà una delle priorità d’affrontare per il prossimo sindaco di Tremosine. Non giungono buone notizie dal tavolo di aggiornamento tra la Provincia e il Comune in merito alla chiusura della Sp 38.

All’incontro di ieri mattina in Broletto, alla presenza del presidente Moraschini, dei tecnici, assessori ed il sindaco Battista Girardi, sono state illustrate le risultanze dei rilievi effettuati in questi mesi sul fronte rimasto instabile dopo lo smottamento di 8.500 metri cubi di roccia, avvenuto il 15 dicembre scorso dal versante del torrente Brasa nei pressi del depuratore consortile con Limone.

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Strada a rischio

«La condizione di sicurezza della strada rimane molto delicata. Gli accertamenti diretti hanno potuto confermare quanto già valutato con i droni, cioè la presenza di elevati volumi con instabilità che devono essere monitorati lungo la parete a sud della galleria e nella parte centrale del coronamento di frana», affermano dalla Provincia.

Gli studi di geologia e ingegneria effettuati hanno ribadito la condizione di pericolo e di elevato rischio e hanno posto l’attenzione sul fatto che le frane di roccia, contrariamente alle frane di terreno, non danno segnali di allarme prima del loro smottamento. È pertanto da escludere, almeno finché non verranno conclusi i monitoraggi, una riapertura della strada, anche se fosse sottoposta a monitoraggio attivo collegato a sistemi semaforici.

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La Forra infatti, non ha vie di fuga e la sicurezza delle persone non potrebbe essere garantita. «La situazione di grave instabilità non riguarda solo alcune rocce, per le quali si potrebbe procedere con un disgaggio artificiale per la messa in sicurezza ma tutto il versante. In pratica decine di migliaia di metri cubi di roccia che, senza preavviso, possono franare».

Sul tavolo il piano B

Due sono i pericoli che incombono dalle parti della galleria vicina al fronte della frana: quello di implosione dall’alto, con il cedimento della volta, e quello di cedimento verso il basso. Nell’impossibilità di riaprire la strada, è sul tavolo il piano «B» pluriennale che prevede la realizzazione di una nuova galleria per bypassare la zona instabile. «A marzo è stato annunciato l’affidamento dell’incarico per l’individuazione delle alternative progettuali.

La scelta della soluzione è imprescindibilmente legata ai risultati dei monitoraggi nella loro completezza, poiché solo il quadro esaustivo della condizione della falesia e della calotta della galleria potranno permettere di prendere decisioni sulla soluzione che renderà davvero sicura la strada al transito dei veicoli», concludono dalla Provincia. Allo stato attuale non ci sono le condizioni per riaprire al traffico la strada. «La decisione di avviare gli interventi di consolidamento della galleria verrà presa solo quando e se i monitoraggi e lo studio delle alternative progettuali individueranno questa soluzione come la più sicura da realizzare».

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