la polemica

Sulla ciclopedonale del Garda approda «il caso Bartali»

di Luciano Scarpetta
Una cartello installato all’estremità nord del lago a Riva, in un punto del tracciato già realizzato, ha sollevato la protesta del Coordinamento interregionale per la tutela del Garda
Il cartello che ha sollevato la polemica
Il cartello che ha sollevato la polemica
Il cartello che ha sollevato la polemica
Il cartello che ha sollevato la polemica

 “L’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare!” esclamava ai tempi il leggendario “Ginettaccio”, concentrando con questa frase la sua proverbiale vena polemica. Adesso a decenni di distanza, il celebre intercalare di Gino Bartali è preso a prestito dal Coordinamento interregionale per la tutela del Garda che l’altro giorno in una lettera indirizzata alla sede nazionale del Coni, a quella di Trento e all’assessorato allo Sport della Provincia autonoma di Trento, ha sollevato polemicamente, proprio in merito alla contestatissima ciclopedonale del Garda, “Il caso Bartali”.

Il motivo del contendere? L’accostamento del celebre campione con un cartello installato all’estremità nord del lago a Riva, con la ciclovia del Garda, in un punto del tracciato già realizzato, che in questi mesi sta prendendo forma da Riva per congiungersi dopo circa 5,5 chilometri con il confine lombardo al segmento già realizzato dal Comune di Limone.

“Cosa c’entra Bartali con la cicloturistica del Garda?” chiede il Coordinamento, sodalizio che raggruppa una trentina di associazioni, comitati e privati cittadini delle tre regioni benacensi. ”- Per il Coordinamento “sconcerta che per sponsorizzare questa ciclovia si utilizzi in maniera così spudorata e mistificante una figura di tale alto valore, in relazione sia agli aspetti sportivi, sia alla storia unitaria del nostro paese”.

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