il progetto

Tav, la maxi-galleria tra Lonato e Desenzano è stata completata

di Valentino Rodolfi
Terminato lo scavo del traforo lungo oltre quattro chilometri dove correranno i treni ad alta velocità tra Brescia e Verona

È arrivato al traguardo lo scavo della galleria Lonato-Desenzano della Tav, il tunnel a doppia canna dove correranno, nel sottosuolo, i treni ad alta velocità tra Brescia e Verona, nel ventre delle colline moreniche. La notizia è che anche la seconda canna lunga 4.782 metri (dopo la prima di 4.751 metri ultimata nel settembre 2022) è stata completata.

La cerimonia saltata

Per l’abbattimento dell’ultimo «diaframma» era stata prevista per questa mattina una cerimonia in pompa magna a Desenzano, con il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e altre autorità fra cui il governatore veneto Luca Zaia, poi rimandata a data destinarsi per contrattempi dell’ultima ora, o quasi.

La talpa e l’appalto

Ma con o senza cerimonia, lo scavo è finito: era la singola «task» più impegnativa e costosa dell’intera Tav Brescia-Verona, appalto da 206 milioni di euro assegnato all’impresa Seli Overseas, società del colosso italiano delle costruzioni Gruppo Salini, che nel marzo 2020 si era aggiudicata l’appalto di Cepav Due, il consorzio a guida Eni che sta realizzando la Tav come «general contractor».

La "talpa"

La cosiddetta «talpa», la gigantesca fresa meccanica Tbm di fabbricazione cinese del diametro di 10 metri e del peso di 1.800 tonnellate, ribattezzata Martina dagli addetti al cantiere, ha dunque completato lo scavo della seconda canna lunga 4.782 metri, arrivando al diaframma di uscita sul lato di Desenzano in località Serraglio (tra Grezze e San Pietro). Da qui nel 2022, completata la prima canna, la talpa era stata smontata e riportata al cantiere di Campagna di Lonato, per essere riassemblata e dare inizio al secondo scavo, ora al traguardo.

Un milione di metri cubi

Per rendere l’idea, i lavori della prima canna avevano prodotto 470 mila metri cubi di materiali di scavo. Ipotizzando realisticamente le stesse cifre anche per la seconda canna, oltre 400 mila metri cubi, si arriva a uno scavo che ha asportato dal sottosuolo quasi un milione di materiali fra terre e ghiaia.

Alle due estremità

Finita dunque la galleria naturale, ovvero la lunga parte scavata con la talpa, restano da completare ingressi e uscite della galleria nelle due direzioni: ai due lati dello scavo di 4.700 metri, ci saranno due «inviti» costruiti con la tecnica della galleria artificiale (si scava in trincea e poi si ricopre con la sovrastruttura) lunghi 1.425 sul lato di Campagna di Lonato e di 1.356 metri lato Desenzano al Serraglio.

In totale, dunque, il tratto sotterraneo tra Lonato e Desenzano sarà lungo 7.950 metri contando anche le trincee esterne. In attesa dunque di cerimonie ufficiali, resta da ricordare una vicenda che non è stata non priva di inciampi. Il primo a partire dall’appalto: una prima asta andò clamorosamente deserta nel 2019, la seconda gara fu assegnata poi nel 2020 alla Seli Overseas con un ribasso pari a zero (0,1%) sulla base d’asta di 206 milioni di euro.

L'incidente

L’unico grave incidente si verificò nel 2022, durante lo scavo della prima canna, con uno sprofondamento del terreno di 34 metri all’altezza di San Cipriano di Lonato: rimasero feriti quattro lavoratori, ma solo lievemente. Incidente che fu però presago di quello del novembre scorso, quando sempre a San Cipriano si verificò una fuoriuscita di grandi volumi di schiume utilizzate nella lavorazioni di scavo. Capitolo chiuso, ormai: finita la seconda canna, lo scavo è terminato.

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