C’è un approdo sicuro destinato alle famiglie rimaste senza casa

Sulla destra gli appartamenti del progetto Betel varato da Caritas, Comune e parrocchia di Castegnato
Sulla destra gli appartamenti del progetto Betel varato da Caritas, Comune e parrocchia di Castegnato
Sulla destra gli appartamenti del progetto Betel varato da Caritas, Comune e parrocchia di Castegnato
Sulla destra gli appartamenti del progetto Betel varato da Caritas, Comune e parrocchia di Castegnato

Sarà un approdo sicuro, anche se temporaneo, per affrontare le strettoie degli sfratti e prevenire le nuove povertà. Un'«oasi» dove ricostruire, in dodici mesi, la propria vita. È questo l’obiettivo del Progetto Betel inaugurato a Castegnato. Un'iniziativa frutto della partnership tra parrocchia, Caritas e Comune, nel solco dell'accoglienza e dell'ospitalità per le famiglie bisognose. Sull'edificio che si affaccia sul giardino davanti alla chiesa fa bella mostra una targa, scoperta per l'occasione da Anna e Gabriele, membri della Caritas parrocchiale. Il simbolo è quello di una scala sospesa tra cielo e terra. Le lettere che compongono la parola Betel «sono come le figure dei futuri ospiti, che salgono e scendono in un clima di fraternità», si legge in una nota della parrocchia. L'idea ha preso forma in estate. «La parrocchia aveva a disposizione degli alloggi in grado di poter ospitare tre famiglie – spiega il sindaco Gianluca Cominassi -. A marzo la Caritas diocesana li aveva messi a disposizione dei profughi ucraini, che in realtà non sono mai arrivati. A giugno, insieme al nuovo parroco don Duilio Lazzari abbiamo pensato a come poter rendere usufruibili questi appartamenti a lungo inutilizzati. L'ultima volta, molti anni fa, erano serviti per il progetto della Cooperativa sociale Il Calabrone per l'inserimento dei giovani tossicodipendenti nella vita comunitaria. Il Comune si è fatto carico dell’onere della sostituzione della caldaia e della messa a norma gli impianti elettrici e idraulici, affinchè ora i locali, ripuliti e sistemati, possano accogliere le famiglie bisognose del paese». Finita l'emergenza Covid, «si è tornati ai problemi di sempre, compresa la ripresa degli sfratti», aggiunge Cominassi. Il progetto Betel sarà in particolare dedicato a queste famiglie, preferibilmente con bambini. Servizi sociali da un lato, Caritas e parrocchia dall'altro, provvederanno a scegliere i nuclei familiari con i requisiti richiesti. La convenzione sarà rigorosamente regolamentata e la situazione costantemente monitorata. «Verrà chiesto ad ogni famiglia un contributo mensile di 300 euro comprensivi di affitto, luce acqua gas e riscaldamento – spiega il sindaco -. Se poi dovessero dimostrare di non poter far fronte alla spesa, si cercherà di intervenire, ma l'idea è quella di responsabilizzare i beneficiari degli alloggi, anche perchè l'aiuto non è eterno: la durata è di 12 mesi, per far fronte all'emergenza. Dopo di che, le famiglie dovranno attivarsi per trovare altre soluzioni». Le richieste per ottenere gli alloggi non hanno tardato ad arrivare. «Ci sono già domande di famiglie che hanno avuto lo sfratto esecutivo – spiega Cominassi -. Ad ottobre contiamo già di poter fare entrare i primi tre nuclei: uno avrà un alloggio “esclusivo”, mentre gli altri due dovranno condividere gli spazi di cucina e soggiorno, secondo la formula del co-housing». Uno strumento finalizzato a stimolare la socializzazione tra gli inquilini. Nel futuro gli alloggi potrebbero essere utilizzati anche per fronteggiare altre emergenze sociali. •.

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