L’autostrada
avanza tra
bombe e «siluri»

di Cinzia Reboni
Sulla sinistra la simulazione  del viadotto di 800 metri che porterà all’imbocco della galleria del raccordo
Sulla sinistra la simulazione del viadotto di 800 metri che porterà all’imbocco della galleria del raccordo
Sulla sinistra la simulazione  del viadotto di 800 metri che porterà all’imbocco della galleria del raccordo
Sulla sinistra la simulazione del viadotto di 800 metri che porterà all’imbocco della galleria del raccordo

L’Autostrada della Valtrompia sopra e sotto le bombe. Quelle metaforiche sganciate contro l’opera dalla componente pentastellata del Governo preoccupano i sostenitori del progetto più di quelle reali che saranno disinnescate nel corso della campagna di bonifica antibellica. La controversa opera attesa da 20 anni ha comunque un’agenda. I cantieri apriranno virtualmente dopo il vertice tra amministratori e tecnici dell’Anas fissato il primo ottobre. L’intervento per inertizzare i residuati bellici durerà dai 4 ai 6 mesi: i punti più «critici» sono Pregno e Costorio teatro di violenti bombardamenti nel corso della Seconda guerra mondiale. IL PRIMO COLPO di ruspa è stimato tra marzo e aprile del 2019. A meno che Roma non congeli il raccordo autostradale destinato a unire Concesio a Sarezzo per dirottare i 195 milioni verso il risanamento di ponti, viadotti e gallerie come ipotizzato da esponenti del M5S dopo il crollo di Genova. «Siamo preoccupati dai quotidiani segnali contrastanti che arrivano dal Governo e che minano le nostre certezze - sottolinea Diego Peli, consigliere provinciale con delega all’autostrada della Valtrompia -. Per noi la bretella rimane un’opera fondamentale, sia per l’attività economica del territorio che per le comunità che si affacciano sulla 345. Portare il traffico in galleria è un aspetto di grandissima rilevanza, sia dal punto di vista della viabilità che sotto l’aspetto ambientale: oggi, con più di 41 mila transiti giornalieri, i sindaci del territorio dovrebbero chiudere la strada tutti i giorni per motivi sanitari». Sul raccordo autostradale della Valtrompia «siamo tutti compatti - aggiunge Peli -: gli amministratori e la popolazione che li ha votati, condividendo il programma elettorale, senza contare gli imprenditori. Da un sondaggio di Aib, l’86% delle aziende del territorio considera l’infrastruttura indispensabile». Un tema condiviso dal sindaco di Sarezzo, Diego Toscani: «Negli ultimi tre anni nel tratto dove dovrebbe nascere il raccordo Sarezzo-Lumezzane, sono stati investiti 30 milioni, e ci sono molti altri imprenditori pronti a scommettere sulla Valle se questo progetto andrà a buon fine». Che i sindaci della Valtrompia siano tutti favorevoli all’opera lo sostiene anche Massimo Ottelli, presidente della Comunità Montana. «Questo raccordo è l’unica alternativa alla 345 ed è assolutamente necessario per una valle che vive di economia». «Inutile rimettere sempre in discussione quello che le comunità chiedono - sottolinea Diego Peli -: contro il raccordo autostradale sono state presentate decine di ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato, ma tutti si sono risolti positivamente. La questione finora è stata messa in discussione soltanto dai Comitati e da piccoli gruppi contrari all’opera. Persino la segreteria generale Cgil di Brescia ha cambiato idea appoggiando la bretella». Peli non nasconde i rischi che potrebbero derivare da uno stop all’infrastruttura. «A contratto ormai firmato, fermare i lavori si tradurrebbe in una perdita di decine di milioni di euro, a partire dai 7 già spesi per gli accordi bonari, visto che non è stato fatto alcun esproprio, fino al pagamento del progetto esecutivo e degli eventuali danni d’impresa e d’immagine. Sarebbe una vera e propria beffa, visto che a questo punto, a conti fatti, ci potrebbe essere persino un avanzo che Anas potrebbe investire sul nostro territorio, così bisognoso di risorse per la manutenzione delle strade». Gli amministratori attendono ora l’incontro con lo staff di Anas, fissato il primo ottobre in Comunità Montana. «L’opera è da troppo tempo in discussione - sottolinea Stefano Retali, sindaco di Concesio -: bisogna passare dalle parole ai fatti, senza ambiguità». Secondo il primo cittadino di Marmentino, Sergio Piardi, «anche l’alta valle godrebbe di questa infrastruttura, e dopo vent’anni è ridicolo e assurdo pensare di cancellarla». Vent’anni che «sono costati lavoro e impegno da parte degli amministratori del territorio - aggiunge il sindaco di Gardone Valtrompia, Pierangelo Lancelotti -: la Valtrompia ha diritto ad avere infrastrutture migliorative e funzionali, proprio come le altre valli bresciane dove, pur con lentezza, gli interventi sono stati fatti». •

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