Mai più discariche grazie al parco regionale

di Cinzia Reboni

Cinzia Reboni Un parco regionale per «blindare» dal punto di vista ambientale il territorio e impedire in modo definito l’apertura di discariche nell’Hinterland bresciano, un’area già compromessa. Dopo la sconfitta subìta sul fronte della Castella 2, autorizzata nonostante l’opposizione più o meno convinta di tutti i Comuni coinvolti, ai sindaci viene offerta la possibilità di una rivincita. La Regione è pronta ad appoggiare - anche aprendo una corsia preferenziale - l’iter per la costituzione di un’area protetta che coinvolga tutti i paesi confinanti con la città. L’obiettivo è dichiarato: «mai più discariche nel territorio ad est della città. Quello della Castella 2 è solo l’ultimo tentativo, di trasformare in pattumiera un comprensorio storicamente soffocato da impianti ad alto impatto ambientale. Brescia non può più accettare questa situazione». Lo afferma l’assessore regionale all’Agricoltura Fabio Rolfi che è pronto a lanciare la sfida. «La soluzione potrebbe chiamarsi “Parco regionale delle cave“ - spiega -. Dobbiamo lavorare tutti nella stessa direzione per la tutela del territorio. Compiere finalmente un salto di qualità». IL PROGETTO di Rolfi prende le mosse «dal Parco locale di interesse sovracomunale delle Cave, ma penso anche alle zone verdi dei Comuni confinanti, al parco del Mella e ad altri corridoi ecologici - sottolinea l’assessore -. La città e l’hinterland hanno conosciuto uno sviluppo industriale compromettente. Le caratteristiche ambientali per creare un Parco regionale ci sono, e la soluzione avrebbe un effetto pratico immediato, perchè secondo la normativa nei parchi regionali non possono nascere impianti di sfruttamento ambientale. Nei Plis non è così, la tutela è blanda, sebbene ci sia un progetto di legge calendarizzato a breve per introdurre tale divieto anche ai parchi locali di interesse sovracomunale». L’OBIETTIVO DI ROLFI è quello di «tutelare un’area fortemente sfruttata. Le considerazioni dell’ex assessore all’Ambiente del Comune di Brescia, Gianluigi Fondra, sulla “vulnerabilità“ del nostro territorio, sono condivisibili. É indispensabile completare una “cintura“ verde di aree protette che possano costituire una forma di contrasto rispetto all’avanzare dell’urbanizzazione, del degrado e del consumo di suolo, in una prospettiva di valorizzazione ecologica e di salvaguardia e recupero di un’attività agricola non intensiva. Ma il fronte deve essere compatto, bisogna ragionare su una dimensione territoriale omogenea. Accolgo lo spirito della discussione e mi metto in gioco come assessore regionale ai Parchi, oltre che all’Agricoltura». Ma il Parco regionale «può nascere solo se il territorio lo chiede - spiega Fabio Rolfi -, se sono i Comuni a farsi avanti. Regione Lombardia è pronta a rispondere e a verificare tutte le condizioni per portare avanti il progetto e realizzarlo». I BENEFICI sarebbero doppi. «I parchi regionali vengono sostenuti dal Pirellone con finanziamenti annuali per le spese di funzionamento - spiega l’assessore regionale all’Agricoltura -, e vengono finanziati bandi periodici per sostenere gli investimenti, che posso andare dai percorsi ciclabili agli impianti sportivi, fino agli interventi di rinaturalizzazione». La sfida è lanciata. Ma i sindaci sono pronti a mettersi in gioco? «SICURAMENTE L’OTTICA di tutelare le aree creando un parco regionale è da valutare positivamente - sostiene Donatella Marchese, sindaco di Botticino -: tutto quello che può servire a “proteggere“ il territorio deve essere fatto. Il Comune di Botticino, nonostante le critiche delle minoranze, ha presentato proprio in questi giorni la richiesta di entrare a far parte del Parco delle Colline proprio seguendo questa logica». «É una prospettiva di cui si parla da tempo - ammette il sindaco di Collebeato, Antonio Trebeschi -, ma in passato la Regione aveva approvato una normativa sui parchi finalizzata a cancellare i Plis. Secondo quel progetto, il Parco delle Colline avrebbe dovuto essere inglobato nel Parco regionale del Monte Netto, ma l’allora assessore all’Ambiente della Loggia Gianluigi Fondra, insieme agli altri sindaci dei paesi del Parco delle Colline, erano riusciti ad evitare la “cancellazione“ dei Plis. Nell’ambito della struttura del Parco delle Colline, era stato avviato uno studio complessivo ispirato anche alle positive esperienze e ai modelli di altre città come Bergamo, Torino ed Essen, in Germania. Il percorso non è stato abbandonato, e i tempi potrebbero essere maturi per dare sostanza al progetto». L’obiettivo di «allargare gli orizzonti» delle zone tutelate è del resto condiviso dagli altri Comuni dell’hinterland: «Rezzato ha già adottato un ampliamento che prende in considerazione anche la parte pianeggiante del territorio - aggiunge Trebeschi -, Botticino vuole entrare a fare parte del Parco delle Colline: qualcosa si sta muovendo e sicuramente i sindaci sono pronti a fare sistema. Se l’assessore Fabio Rolfi è di questa idea, noi siamo pronti a presentare un progetto comprensoriale, purchè la Regione sia poi coerente con le scelte di tutela e sui vincoli proposti dai Comuni». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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