«Mio marito vittima
di una tragedia
assurda»

di Massimo Pasinetti
Il Dosso Alto teatro della disgrazia costata la vita al 57enne di Vestone
Il Dosso Alto teatro della disgrazia costata la vita al 57enne di Vestone
Il Dosso Alto teatro della disgrazia costata la vita al 57enne di Vestone
Il Dosso Alto teatro della disgrazia costata la vita al 57enne di Vestone

Oriana Zubani non si da pace. Al dolore per la tragedia costata la vita al marito Pierangelo Turri Zanoni, si aggiunge l’incredulità per l’assurda dinamica dell’incidente in montagna. «Pierangelo era un alpinista di alto livello - racconta -: aveva scalato con disinvoltura montagne di 4 mila metri, ma gli è stata fatale una banale escursione sul Dosso Alto, un luogo che conosceva come le sue tasche». Il corpo del 57enne è stato trovato sabato sera dopo lunghe ricerche in fondo a un canalone in territorio di Collio. PIERANGELO Turri Zanoni, secondo di 5 fratelli, era nato nel 1960 a Livemmo e da 32 anni era sposato con Oriana Zubani. La vittima abitava a Capparola di Vestone con la moglie e il figlio Manuel, carrozziere di 31 anni, porta a porta col fratello Tiziano e la cognata Brunella. «Da 15 anni gli si era innamorato delle scalate sul ghiaccio e delle escursioni in quota- racconta Oriana Zubani -. La sua passione aveva contagiato anche a me. Spesso camminavamo insieme sui sentieri di montagna o scalavamo ghiacciai». Sabato mattina però Pierangelo Turri Zanoni aveva optato per un’escursione solitaria, con la moglie a cercare «di dissuaderlo, quasi subodorassi la disgrazia. Aveva sempre scherzato sul fatto che per lui morire in montagna sarebbe stato il modo più bello per andarsene, ed il suo desiderio è stato esaudito - osserva in lacrime la moglie -. Ma non pensavo che succedesse così presto e in un luogo senza apparenti pericoli». Pierangelo Turri Zanoni era partito per la consueta escursione di allenamento alle 9,30 di sabato, dopo aver lasciato l’auto sul piazzale del Maniva. Ben equipaggiato nel vestiario, con scarponi e ramponi, contrariamente a quanto faceva di solito si è spinto fino al Dosso Alto, in una zona che con le attuali condizioni meteo risulta essere pericolosa. E infatti qualche cosa lo ha tradito. L’allarme per il mancato rientro è stato lanciato dalla moglie nel tardo pomeriggio e subito sono partite le ricerche che hanno impegnato una ventina di uomini del Soccorso Alpino, oltre che i vigili del fuoco e carabinieri. Nel buio, è stato possibile rintracciarne la posizione grazie ad una «app» in grado di segnalare la presenza del telefono cellulare. Per Pierangelo Turri Zanoni, non c’era più nulla da fare. ATTORNO alla mezzanotte il recupero della salma, che nella notte è stata ricomposta nella camera mortuaria della Fondazione Passerini, a Nozza. Ieri mattina la procura ha rilasciato il nullaosta alla sepoltura. I funerali si svolgeranno domani alle 15,30 a Livemmo. «A conclusione del rito funebre - spiega la moglie -, si effettuerà la cremazione. Le ceneri riposeranno nel cimitero di Livemmo. Tutto nel rispetto delle sue volontà». Il 57enne, operaio alla Fondital, oltre alla famiglia e alla montagna amava anche lo sport, nella vita si era sempre mostrato tranquillo, attento e meticoloso, capace di valutare al meglio rischi ed imprevisti. Ma questa volta il destino non ha voluto che lui fosse in grado di opporsi all’evento tragico, una probabile caduta, che l’ha colpito. «Voglio ringraziare tutte le persone che si sono prodigate nelle ricerche - afferma Oriana Zubani -, in particolare chi ha attivato e coordinato i soccorsi nonostante il freddo ed il buio, con forte spiegamento di forze. Tutti hanno mostrato grande delicatezza e umanità nel comunicarmi la notizia della tragedia. Ringrazio di cuore anche amici e parenti, che, appena saputo quel che stava succedendo, subito sono accorsi per starmi vicino e aiutarmi a sopportare questo terribile momento». •

Suggerimenti