Referendum senza
sorprese: «Ora
basta con il cementificio»

Per i cittadini il   cementificio di Tavernole va chiuso  o riconvertitoDal referendum una svolta per l’intero comprensorio del Sebino
Per i cittadini il cementificio di Tavernole va chiuso o riconvertitoDal referendum una svolta per l’intero comprensorio del Sebino
Per i cittadini il   cementificio di Tavernole va chiuso  o riconvertitoDal referendum una svolta per l’intero comprensorio del Sebino
Per i cittadini il cementificio di Tavernole va chiuso o riconvertitoDal referendum una svolta per l’intero comprensorio del Sebino

Giuseppe Zani Ha vinto il «sì», com’era scontato, ma il quorum è stato superato solo di misura, ieri, al referendum che aveva per oggetto il futuro del cementificio di Tavernola. Non c’è stato insomma l’effetto plebiscito su un tema che alla vigilia sembrava stare molto a cuore ai residenti del paese bergamasco. ALLE URNE, allestite nelle scuole elementari del paese, si sono recate 985 persone, il 52,61% degli aventi diritto al voto, che erano 1872: fra questi anche i 160 cittadini iscritti all’Anagrafe italiani residenti all’estero. I «sì» alla prospettiva di dismettere e riconvertire lo storico stabilimento, ora di proprietà dell’Italcementi, sono stati 880, i «no» 98 (schede bianche 6 e una nulla): l’89% contro l’11% Un risultato chiaro, anche se non è espressione di una maggioranza di votanti schiacciante. Del resto, si sa, il rapporto dei residenti col cementificio è da sempre di amore e odio. LA PRECEDENTE consultazione popolare, promossa a Tavernola Bergamasca nel 2007, che però chiedeva se si era favorevoli o contrari all’uso dei combustibili cosiddetti «alternativi» nel forno del cementificio, registrò una partecipazione del 58% e l’82% dei «no». Con tutta evidenza, il referendum celebrato ieri poneva una questione molto più complessa e riguardava lo stesso permanere in attività dello stabilimento. In mattinata, il sindaco di Montisola Fiorello Turla aveva postato su Facebook: «Oggi Tavernola scrive una pagina importante per il futuro turistico del suo territorio. Amici tavernolesi andate a votare e votate sì». Ma sul social c’è anche chi ha commentato polemicamente: «E gli operai, li buttiamo nel lago?». AL PRESENTE sono impiegati nello stabilimento 72 dipendenti, poco più della metà tavernolesi. Sull’afflusso alle urne, ovvio, hanno pesato i dubbi e le apprensioni circa la prospettive future di questi lavoratori. Non a caso il sindaco di Tavernola, Filippo Colosio, alla vigilia della consultazione aveva specificato che l’eventuale processo di riconversione del cementificio non sarebbe avvenuto dall’oggi al domani, ma avrebbe richiesto un arco di tempo più che decennale. «Mi aspettavo che oggi si esprimesse più del 52% degli aventi diritto al voto- ha confidato a tarda sera il sindaco Filippo Colosio-. Certo, se il quesito avesse riguardato solo i rifiuti da utilizzare come combustibili, i votanti sarebbe stati più numerosi. Vedremo comunque di rispettare l’esito del referendum, anche se non sarà facile». •

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