Il Comune punta all’acquisto dell’ex calzificio abbandonato

di Flavio Marcolini
La coltre di fumo che si è alzata dalla fabbrica dismessa dell’ex Efercal:  il rogo è stato appiccato da ragazzini
La coltre di fumo che si è alzata dalla fabbrica dismessa dell’ex Efercal: il rogo è stato appiccato da ragazzini
La coltre di fumo che si è alzata dalla fabbrica dismessa dell’ex Efercal:  il rogo è stato appiccato da ragazzini
La coltre di fumo che si è alzata dalla fabbrica dismessa dell’ex Efercal: il rogo è stato appiccato da ragazzini

L’incendio appiccato a Calcinato nell'area Efercal, l’ex calzificio dismesso da decenni in via don Minzoni, ha ridato fiato alle preoccupazioni in paese. Il fuoco è stato subito spento grazie all’intervento congiunto degli agenti della Polizia intercomunale, dei carabinieri del posto e di una pattuglia con autobotte dei Vigili del Fuoco. Ora sono in fase di ultimazione gli accertamenti sulle cause del falò alimentato da sterpaglie, macerie e rifiuti di vario genere che aveva sollevato sopra il paese una densa nube nera, diffondendo nell’aria una forte puzza, forse dovuta alla quantità di materiali andati in fumo. Il sindaco Nicoletta Maestri spiega che «sono intervenuti sul posto per il monitoraggio anche gli operatori di Arpa, pur trattandosi di un incendio di lieve entità. Quello che preoccupa è che, ancora una volta, sia accaduto in un’area privata da tempo in capo per la vendita giudiziaria al Tribunale fallimentare». «Il Comune - ricorda il primo cittadino - ha sempre segnalato al custode giudiziale e alle altre autorità competenti il degrado del sito, a forte rischio di atti vandalici, ma non essendo proprietari ci siamo limitati a mettere in sicurezza l’area esterna con recinzioni metalliche: di più non potevamo fare». Il nodo di quell’area resta quindi il futuro. «Considerato che sorge su una delle zone più belle del paese - aggiunge Maestri - nell’attuale bilancio triennale abbiamo inserito la volontà di acquisirla come area di servizio pubblico affinché, una volta messa in sicurezza, venga restituita alla comunità». Collocato sulla collina accanto alla chiesa parrocchiale di San Vincenzo, l'edificio sorge nelle vicinanze dell'oratorio Don Bertini, della Casa di Riposo, delle scuole dell’infanzia e primaria. Fra le proposte per la sua riconversione, spicca quella degli ecologisti di Linea Indipendente, che ne chiedono da tempo la bonifica per realizzarvi un parco pubblico. «Fino agli anni ’60 - scrivono sul loro blog - la zona presentava una vocazione agricola e costituiva un preciso elemento di riconoscibilità sotto il profilo ambientale, che necessitava di essere sottoposto a una rigorosa salvaguardia. In pieno boom economico tuttavia l’area fu venduta a prezzi irrisori, dando inizio alla sua trasformazione in zona industriale. Ora che l’ex sito produttivo costituisce una ingombrante presenza architettonica, il Comune non può non cogliere l’occasione per ripristinare nella zona l’antico equilibrio tra il centro storico e il verde ambientale: proponiamo la demolizione di gran parte della volumetria esistente (lasciandone una esigua parte, da destinare a uso infrastrutturale) e la creazione di un parco pubblico».•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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