Lo studio

L'esperto Roberto Ciri: «L’inquinamento luminoso sta cancellando il cielo»

di Simona Duci
L’astrofisico e guida ambientale, residente a Cazzago San Martino, ha avviato un progetto di sensibilizzazione sui danni alla salute della luce notturna

Il problema della perdita del cielo stellato a causa dalla luce artificiale, non solo ha tolto la magia dagli occhi di milioni di persone, e in particolare dei bambini che un cielo stellato non lo hanno mai visto nella nostra epoca, ma produce effetti negativi sull’ecosistema e sulle condizioni sociali e di salute.

Totem e capannoni illuminati a giorno stanno togliendo il sonno, anche in quel pezzo speciale di terra bresciana che è la Franciacorta. A parlare dell’annosa presenza di luminarie che per lo più non rispettano le norme vigenti è Roberto Ciri professione guida naturalistica, scrittore, astrofisico, astronomo e molto altro, umbro d’origine ma da tempo residente a Cazzago San Martino. Come professionista di ambito, attraverso dei laboratori didattici che hanno l’obiettivo di formare future generazioni di scienziati, sta portando avanti un ambizioso progetto di sensibilizzazione sul territorio.

«La notte è arancione»

Ciri non si risparmia nemmeno in conferenze, e incontri (anche online) attraverso l’astrofotografia, e il gruppo astrofili Deep Sky di Castegnato: «Quando chiedo ai bambini di che colore è il cielo di notte, la risposta più frequente è arancio – ha rivelato -. L’inquinamento luminoso ha sconvolto la percezione del cielo. Sopra le nostre teste si dovrebbero scorgere migliaia di stelle e pianeti, ma ad oggi anche in pianure più o meno dense di popolazione come la Franciacorta o il Sebino, è impossibile vedere ad occhio nudo. Per riveder le stelle bisogna salire ad alta quota».

La questione trattata finemente da Ciri è qualcosa su cui riflettere: «Tra le più attenzionate ci sono le zone industriali, come quelle di Cazzago, Provaglio e Rovato. La luce presente nell’ambiente notturno non solo è dannosa sotto un aspetto culturale e scientifico, ma anche per la salute».

I danni per la salute

Abbagliamento, alterazione dei ritmi circadiani, possibili danni ai tessuti degli occhi, miopia e possibili alterazioni di alcuni importanti ormoni, insonnia, sono solo alcuni degli effetti negativi scientificamente provati. «Un aspetto importante – ha aggiunto Ciri - è anche quello fisiologico che coinvolge la fauna e la flora che risentono pesantemente dell´alterazione dei loro ritmi e cicli naturali. Luoghi come le Torbiere del Sebino e il lago di Iseo non sono esclusi dalle conseguenze - fa notare Ciri -. La regola d’oro da seguire soprattutto per le aziende è quella di piazzare i fari dall’alto verso il basso (giusto per citarne una), ma ci sono delle normative regionali che devono essere rispettate, e su cui purtroppo molti Comuni non vigilano».

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