Legambiente contro il Pgt
«Per i boschi e la collina
rischio cementificazione»

A Sulzano il nuovo Piano urbanistico è contestato da Legambiente
A Sulzano il nuovo Piano urbanistico è contestato da Legambiente
A Sulzano il nuovo Piano urbanistico è contestato da Legambiente
A Sulzano il nuovo Piano urbanistico è contestato da Legambiente

Troppi i volumi concessi ad attività che si dicono agricole ma che in realtà lo sono soltanto in parte o non lo sono affatto. È questo il succo dell’osservazione presentata da Legambiente Basso Sebino sabato 18 marzo, ultimo giorno utile, e riguardante la variante al Pgt di Sulzano adottata lo scorso 28 dicembre.

«LA VARIANTE in oggetto - vi si legge -, motivata da un’apparente necessità di sviluppo delle attività agricole, di fatto liberalizza l’edificazione e lo sfruttamento delle aree a bosco e a salvaguardia ambientale».

Più in dettaglio: «La variante autorizza la realizzazione di fabbricati di residenza o accessori che risultano non verosimili, visto che si tratta di aree boschive. Non definisce inoltre un taglio minimo della superficie aziendale, 3 o 4 ettari almeno, che dovrebbe caratterizzare l’esistenza di effettive aziende agricole e vere strutture aziendali».

A parere di Legambiente le volumetrie concesse, raddoppiate per le abitazioni e triplicate per depositi e stalle, vanno ridotte ai minimi termini.

«Gli indici contenuti nella variante- continua testuale l’osservazione presentata da Legambiente Basso Sebino-, se approvati, autorizzeranno un’importante variazione urbanistica con pesanti conseguenze sullo sviluppo già caotico in un’area, la collina di Sulzano, che ha già conosciuto, con le passate amministrazioni, un’edificazione tale da comprometterla sotto il profilo ambientale, paesaggistico e idrogeologico».

PER LEGAMBIENTE non è giustificato «rendere possibile la residenza di un imprenditore agricolo (ammesso che lo sia veramente) con pezzature superiori ai 150 mq, che dovrebbero essere un limite invalicabile. Inoltre è da cancellare la possibilità di cumulare le volumetrie concesse ai terreni presi in affitto da altre aziende agricole». Il rischio è, secondo Legambiente, che ci sia una «proliferazione incontrollata di micro e macro volumi in aree agricole e boschive, contravvenendo alle indicazioni della normativa regionale in tema di salvaguardia del paesaggio rurale».

Il documento dell’associazione ecologista si conclude chiedendo «di introdurre nuovi parametri e vincoli che non permettano un uso eccessivo di suolo». G.Z.

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