Macogna, schiaffo ai Comuni

Il sindaco Antonio Mossini
Il sindaco Antonio Mossini
Il sindaco Antonio Mossini
Il sindaco Antonio Mossini

Il triplicamento dell’eluato richiesto dalla Drr per la discarica Macogna è legittimo.

Lo ha stabilito un’ordinanza del Consiglio di Stato che rileva come «il danno lamentato» dai Comuni di Cazzago, Berlingo, Rovato e Travagliato che avevano impugnato l’autorizzazione appare «non supportato da elementi certi e concreti tali da evidenziare un pericolo per il territorio».

In realtà le ordinanze - simili nella sostanza e soprattutto nella conclusione cui è pervenuto il Consiglio di Stato - sono due, avendo Cazzago presentato ricorso separatamente dagli altri tre Comuni, supportati anche da Legambiente, per la riforma dell’ordinanza cautelare del Tar Lombardia in merito all’annullamento dell’atto del 24 ottobre 2016 della Provincia di Brescia - che aveva autorizzato la Drr alla deroga dei limiti di concentrazione nell’eluato per l’accettabilità dei rifiuti in discarica -, nonché per il parere tecnico-ambientale del 6 ottobre 2016 dell’Arpa.

Il Comune di Cazzago ha intrapreso in solitaria la strada verso il Consiglio di Stato impugnando l’autorizzazione alla discarica Macogna, mentre gli altri tre sindaci hanno chiesto al massimo grado della giustizia amministrativa di sospendere il triplicamento dell’eluato che consentirà di ampliare la gamma di rifiuti smaltiti nel bacino. «Non finirò mai di rammaricarmi - ammette il sindaco di Cazzago Antonio Mossini fresco di secondo mandato-: mi hanno lasciato solo nella battaglia principale. Quello del triplicamento dell’eluato è solo un “filone“ dell’intera questione, ma la vera guerra contro la discarica si gioca su altri fronti. Continuo a ritenere che sia stata sottovalutata la pericolosità di questa discarica - sottolinea Mossini -. L’ordinanza del Consiglio di Stato mi lascia perplesso, ma nello stesso tempo è evidente che è un punto a favore per la Drr, mentre le nostre armi si stanno spuntando».

Anche il progetto di recupero ambientale dell’Ate 14, l’enclave di territorio incastonato tra i quattro Comuni che ospitano la controversa discarica, presentato recentemente da Legambiente «rischia di allontanarsi - conclude il primo cittadino di Cazzago -. Ci avevamo creduto tutti, ma questa presa di posizione del Consiglio di stato infrange tutti i nostri sogni».C.REB.

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