Archeologia

Marone, per la grande villa romana partono restauri e sondaggi

di Alessandro Romele
Il soprintendente Luca Rinaldi ha confermato un finanziamento da parte del ministero ai Beni culturali per la manutenzione straordinaria ed il restauro conservativo dell'area archeologica della villa romana in località Hela.
La villa romana di Marone Scoperta durante lavori ferroviari è la più grande dell’area sebina
La villa romana di Marone Scoperta durante lavori ferroviari è la più grande dell’area sebina
La villa romana a Marone

 Un bel regalo di Natale è quello che la Soprintendenza ai beni archeologici ha fatto alla comunità di Marone: con una lettera inviata agli uffici comunali, il soprintendente Luca Rinaldi ha confermato un finanziamento da parte del ministero ai Beni culturali per la manutenzione straordinaria ed il restauro conservativo dell'area archeologica della villa romana in località Hela.

Una domus patrizia 

La zona in questione si trova nella parte sud del paese, a riva lago. A margine della ex provinciale 510, nei pressi del frantoio Vela, durante i lavori per la realizzazione della ferrovia all'inizio del secolo scorso, erano state scoperte alcune rovine di un settore di una più grande abitazione risalente al terzo secolo dopo Cristo, con tutta probabilità, una antica villa appartenente a patrizi romani. Seguirono altri scavi, che misero in luce muri sia a nord che a sud del nucleo centrale, condutture idrauliche, frammenti ceramici e laterizi e un piccolo locale scavato nel tufo contenente un cumulo di tessere. Infine, tra il 2001 e il 2003, venne meglio definita l'estensione della struttura, di cui fu riconosciuto il perimetrale. I dati ottenuti diedero uno sviluppo probabile di almeno 120 metri in direzione del lago.

La principale testimonianza archeologica romana della sponda orientale

Quella di Marone, è la principale testimonianza archeologica romana della sponda orientale: «In questi giorni – ha commentato il sindaco, Alessio Rinaldi – i restauratori stanno provvedendo a ripulire la struttura ed effettuare sondaggi nel terreno, al fine di verificare la presenza ulteriore di mura sotterranee o di altri manufatti». Proprio qui, durante i primi scavi, erano stati rinvenuti i resti di una statua erculea, che ora si trova al Museo di Brescia: «Abbiamo preso accordi con la soprintendenza – ha continuato Rinaldi - per poter realizzare un calco tridimensionale dei resti, per poi collocarlo all'interno dell'area archeologica. Stiamo valutando diverse opzioni, per capire come procedere. Nel frattempo – ha concluso il sindaco - come Amministrazione Comunale stiamo portando avanti un progetto per migliorare la cartellonistica in loco, con le informazioni sul sito archeologico ed un progetto per la realizzazione di una illuminazione adeguata delle strutture archeologiche». I lavori per la riqualificazione dell'area proseguiranno fino a primavera.

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