Un esposto alla magistratura, al ministero della Transizione ecologica, alla Regione, alla Provincia e ai Comuni coinvolti nella gestione dell’oasi naturalistica, abbinato alla richiesta di porre sotto sequestro l’area protetta appena danneggiata per evitare ulteriori ferite all’ambiente. È un’offensiva senza precedenti quella fatta scattare da un gruppo di associazioni ecologiste contro i vertici delle Torbiere del Sebino. «La Riserva non è il “giardino di casa“ del presidente dell’ente di gestione - si legge nella nota congiunta di Amici della Riserva, Lac, Lav, Legambiente Franciacorta, Lipu, Gruppo Giovani Ambientalisti Paratico, Gruppo Intervento Giuridico e Oipa -. Eppure, nonostante si parli di un grande e prezioso bene pubblico inserito da decenni tra i siti di rilevanza internazionale, il presidente Giambattista Bosio lo sta gestendo con una modalità privatistica. Lo fa contraddicendo nei fatti le esternazioni pubbliche rispetto a una presunta disponibilità al dialogo che da tempo ormai è solo una affermazione di principio, e varando interventi che, nonostante l’obbligatorietà, non sono neppure minimamente concordati con la componente scientifica della gestione di quella che è una Zona speciale di conservazione e una Zona di protezione speciale». L’ultimo caso, secondo le associazioni, è stato un massiccio taglio a raso e con pesanti capitozzature di numerosi alberi all’interno del confine nord della Riserva, giustificato con l’instabilità degli esemplari ed i pericoli per la circolazione. «Instabilità e pericoli che i tecnici forestali da noi coinvolti, in una prima valutazione sul campo hanno al contrario escluso», dicono le associazioni. Eppure, anche in questo caso, «scavalcando il Comitato tecnico scientifico della Riserva e la Soprintendenza, l’operazione è stata autorizzata - afferma il collettivo di associazioni - . Ricordiamo anche che in questa fase la vigilanza nell’area protetta è pesantemente compromessa e abbandonata alla peggiore fruizione, quella degli schiamazzi, delle folle, del bracconaggio e della spazzatura. Legambiente, Lac e Oipa sollecitano da un anno un incontro col presidente e hanno chiesto il rinnovo della convenzione di vigilanza volontaria, ma ad oggi non c’è stata ancora risposta e la Riserva è di fatto priva di vigilanza. A fronte di obblighi, come quello del ripristino a fronte dei tagli della vegetazione, il recente taglio è stato compensato con la messa a dimora di qualche minuscola piantina che difficilmente supererà l’inverno».•.