Una manovra disperata per cercare di fermarsi

di Cinzia Reboni
Il Tir guidato da Giancarlo Brescianini era diretto a Cerea
Il Tir guidato da Giancarlo Brescianini era diretto a Cerea
Il Tir guidato da Giancarlo Brescianini era diretto a Cerea
Il Tir guidato da Giancarlo Brescianini era diretto a Cerea

Un improvviso malore, una sbandata, l’estremo tentativo di «raddrizzare» il Tir ed infine l’impatto contro il pilone di cemento di un cavalcavia. É morto così ieri mattina Giancarlo Brescianini, 50 anni, autista della ditta Brescia Fiori di Erbusco. Ad innescare il pauroso schianto pare ormai assodato sia stato un infarto. Nessun segno di frenata sull’asfalto, nessun altro trauma sul corpo, almeno secondo i rilievi del 118 intervenuto sul posto con ambulanza e automedica, oltre ai Vigili del fuoco e alla polizia stradale che si è occupata dei rilievi. L’autotrasportatore, originario di Corte Franca, ma da vent’anni residente a Ospitaletto in via Salvemini, era sposato e aveva un figlio di 13 anni. Ieri mattina, non appena saputo della disgrazia, sono andati sul luogo dell’incidente sia il consigliere delegato della Brescia Fiori, Angelo Bettoni, che il consulente esterno Nuccio Borghesi. «Vedere quell’ammasso di lamiere ed il corpo senza vita di Giancarlo è stato un duro colpo - spiega Borghesi -. Brescianini lavorava da noi da una decina d’anni: una persona seria, sempre puntuale, precisa e affidabile. Era uno dei nostri migliori autisti». L’AZIENDA di Erbusco è specializzata non solo nel trasporto di fiori freschi e piante, ma anche di alimentari. Ieri mattina Brescianini doveva portare a termine tre consegne proprio di generi alimentari, a Cerea, in provincia di Verona. «Secondo quanto ci hanno riferito le forze dell’ordine intervenute sul posto, il conducente di una Volkswagen Golf che procedeva dietro il Tir l’ha visto sbandare sulla sinistra e invadere la carreggiata opposta. Poi il camion ha virato repentinamente a destra, finendo contro il cavalcavia - racconta Borghesi -. Probabilmente Giancarlo si è reso conto di sentirsi male, e ha fatto un ultimo tentativo di fermare il pesante mezzo. La cabina si è aperta sul lato destro, ma il posto di guida era intatto. Nessun segno di frenata. Il tachimetro segnava una velocità di 40 chilometri all’ora». Tutti indizi che avvalorano la tesi di un malore e di una tragica fatalità. «Con Brescianini se ne va un pezzo della nostra storia - aggiunge Borghesi -. Era rientrato dalle ferie il 31 agosto e stamattina, dopo il riposo settimanale, aveva regolarmente ripreso il lavoro. Un saluto, una battuta di spirito e poi via, verso la destinazione di giornata». Ma questa volta Giancarlo Brescianini la sua destinazione non l’ha raggiunta. Il suo cuore l’ha tradito, trascinandolo verso un drammatico destino. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Suggerimenti