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Bonomelli replica alle accuse di Prandini sul "caso" Cissva: «Coldiretti abbassi i toni e collabori con noi»

di Luciano Ranzanici
Il presidente della Comunità montana di Valcamonica risponde alle accuse di pressioni sugli allevatori del presidente nazionale di Coldiretti

Se Ettore Prandini ha scelto un palcoscenico prestigioso come la Fiera di Lonato per denunciare presunte pressioni sui produttori di latte camuni, più sommessamente il presidente della Comunità montana di Valcamonica Alessandro Bonomelli si è trovato nella sede dell’ente comprensoriale di Breno per replicare al leader nazionale della Coldiretti.

Le accuse di Ettore Prandini

«Una parte della Vallecamonica manda segnali di intimidazione alla Coldiretti per il ruolo strategico che ha avuto nel rilancio economico di Cissva produttore della Rosa Camuna - ha affermato Prandini -. A questi signori diciamo che non abbiamo e non avremo paura. Siamo pronti a denunciare i comportamenti che poco hanno a che fare con la cultura della legalità bresciana». Al momento non risulta depositato alcun esposto, ma la magistratura è attenta e vuole capire di più sulle accuse.

Il passato

Da quando i rappresentanti della Comunità Montana e Bim hanno lasciato il loro posto nel cda di Cissva i rapporti con la cooperativa hanno iniziato a deteriorarsi e dopo che il bando indetto dall’ente comprensoriale per mettere a regime un nuovo caseificio è stato vinto da Agricoltura Etica, con Mario Bezzi in prima fila, Coldiretti ha cominciato a manifestare una certa irritazione.

La risposta alle accuse

Il presidente della Comunità Montana sgombra subito il campo, parlando degli allevatori e delle loro difficoltà, «che rappresentano il vero problema sul quale operare in stretta sinergia tra Coldiretti ed Enti sovraccomunali camuni su tutti, dando loro una risposta certa sui nodi della filiera». Bonomelli si dice «sorpreso dall’affondo di Prandini. Qui ci sono le istituzioni e non una parte politica e considerando che siamo e comunque un “topolino” rispetto ad un “elefante” come Coldiretti, mi assumo personalmente la responsabilità nel caso le nostre supposte minacce fossero accertate, di esprimere le mie scuse, in caso contrario chiederei a Prandini di rettificare il tiro. Nessuno mette in discussione il ruolo di Cissva all’interno della valle e dell’agricoltura in generale - continua il presidente della Comunità montana di Valcamonica - anche in presenza di alcune problematiche, tanto che già in passato siamo intervenuti sulle problematiche sollecitati dalle associazioni di categoria».

Bonomelli incalza: «Siamo in un territorio strategico dove l’ente deve sempre dare risposte incisive agli allevatori: disegniamo allora con Cissva un percorso mettendo al centro questi lavoratori e predisponendo un progetto mirato. Non era e non è certo nostra intenzione occupare gli spazi della cooperativa né tantomeno contrastarla, ma quando chiedemmo dei dati oggettivi e la modifica dello statuto con conseguente aumento di capitale mettendo evidentemente soldi pubblici, per i quali dobbiamo render conto, vi fu una risposta negativa con conseguenti dimissioni dei nostri rappresentanti».

La proposta di collaborare

Il presidente Prandini sostiene che «Cissva gode di ottima salute - aggiungono Bonomelli e il funzionario tecnico Gian Battista Sangalli - ed allora dico che le porte delle istituzioni sono aperte e che per noi la cooperativa non è certo figlia di un dio minore». L’ipotesi di creare una latteria-caseificio «non rappresenta motivo di concorrenza ma se necessita, di supporto a Cissva, per poter essere in grado di dare una risposta a tutti, soprattutto agli allevatori - sottolinea il presidente della Comunità montana della Valcamonica -. Se le intenzioni sono improntate su una risposta univoca, cessiamo le polemiche e sediamoci attorno ad un tavolo per trovare una soluzione, stemperiamo i toni e mettiamoci a lavorare assieme: si tratta di un problema di buon senso e non di inadeguatezza».

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