Ceto, Cimbergo e Paspardo verso il divorzio

di Luciano Ranzanici
Da Cimbergo la vista spazia sul territorio di riferimento dell’Unione con i vicini Paspardo e Ceto
Da Cimbergo la vista spazia sul territorio di riferimento dell’Unione con i vicini Paspardo e Ceto
Da Cimbergo la vista spazia sul territorio di riferimento dell’Unione con i vicini Paspardo e Ceto
Da Cimbergo la vista spazia sul territorio di riferimento dell’Unione con i vicini Paspardo e Ceto

In questi ultimi anni, e a dire il vero non solo con queste amministrazioni in carica, i rapporti tra il sindaco di Ceto Marina Lanzetti e i suoi colleghi di Cimbergo, Gian Bettino Polonioli, e Paspardo, Fabio De Pedro, non sono propriamente stati idilliaci. Tanto che l’Unione che lega i tre municipi ha rischiato più volte di finire gambe all’aria: differenti idee sul ruolo e i compiti dell’organismo e sulla gestione hanno messo e continuano a mettere in discussione la sopravvivenza del patto. È la stessa Lanzetti a uscire di nuovo allo scoperto, ponendo l’accento sulle magagne e i malumori, sulle incomprensioni e sulla diversità di vedute, che a questo punto pare insanabile.

IL SINDACO di Ceto spiega: «Il compito del mio Comune, svolto sempre con spirito di sussidiarietà, si è espresso in un’attività pari al 66%, dividendo i contributi ricevuti in una quota del 33. E se da un lato è vero che Ceto ha ottenuto buonissimi finanziamenti grazie ai fondi riservati ai comuni di confine, dall’altro restano le difficoltà a far quadrare il bilancio, anche a causa dei continui tagli statali. I miei concittadini - prosegue nella sua esposizione Marina Lanzetti - devono essere tutelati ed è così che abbiamo verificato la situazione e tentato di portare un certo equilibrio all’interno dell’Unione, decidendo ad esempio, con notevoli difficoltà, di sciogliere il servizio unificato di tesoreria: da circa un anno e mezzo ogni Comune gestisce in modo autonomo il proprio conto di questo settore. Ritengo che il Comune cenerentola sia stato il nostro e che i miei predecessori abbiano gestito la situazione in modo allegro, senza curarsi degli interessi dei loro amministrati».

LA POLEMICA. Il sindaco di Ceto tiene a far sapere che per più di 12 anni la presidenza dell’Unione è stata appannaggio di Cimbergo e Paspardo e che i due vicini tendono a parlare della stessa Unione «solamente per ottenere vantaggi singoli». La Lanzetti si rivolge direttamente al sindaco di Cimbergo chiedendogli di «restituire l’automezzo acquistato con un contributo regionale e in quota parte con i fondi dei tre Comuni, ma che risulta intestato in modo del tutto illegittimo al Comune di Cimbergo: nonostante i ripetuti solleciti il veicolo non è mai stato reso all’Unione».

Mentre al sindaco di Paspardo Fabio De Pedro chiede ancora una volta di «uniformare il proprio regolamento delle strade agro-silvo-pastorali a quello degli altri Comuni dell’Unione, al fine di consentire anche sulle loro mulattiere il diritto di transito gratuito a chi è in possesso di regolare permesso».

Il sindaco di Ceto fuori dai denti conclude: «I contributi dell’Unione coprono a malapena i costi di gestione e ormai non c’è più alcun interesse a proseguire in quest’esperienza, anche perché accorpare ulteriori servizi senza avere personale a disposizione è davvero impensabile».

Se non è un capolinea, poco ci manca. Anche perché il sindaco di Ceto giudica non percorribile un’alleanza mutilata e ridotta a due e quindi confida nel buonsenso dei suoi colleghi di considerare da archiviare al più presto l’esperienza dell’Unione di Ceto, Cimbergo e Paspardo.

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