Conto alla rovescia, fusione incandescente

di Lino Febbrari
Il municipio di Temù: cinque anni fa fallì il matrimonio con Ponte
Il municipio di Temù: cinque anni fa fallì il matrimonio con Ponte
Il municipio di Temù: cinque anni fa fallì il matrimonio con Ponte
Il municipio di Temù: cinque anni fa fallì il matrimonio con Ponte

Mancano ormai solo dieci giorni al referendum del 1° ottobre che dovrà confermare o bocciare il progetto di fusione per incorporazione di Temù e Vione nel Comune di Ponte di Legno. La tensione tra gli schieramenti è alle stelle. Saltato il confronto elettorale, resta in campo il Comitato per il Sì che ha organizzato domenica sera un dibattito pubblico.

DOMENICA 1° ottobre così nel segreto dell’urna gli elettori dei tre paesi dell’alta Valle potranno appunto scegliere, da una parte (Temù e Vione) se rinunciare al campanile per approdare in un’unica realtà amministrativa, e dall’altra (Ponte) se accettare o meno la proposta di nozze.

In campo per sostenere le opposte ragioni sono schierati i Comitati per il Si di Ponte (presidente Mauro Bulferi), Temù (Graziano Pennacchio) e Vione (Giampaolo Testini) e quello per il No di Temù guidato dal giovane consigliere di minoranza Fabio Fogliaresi, mentre a Ponte e Vione ufficialmente nessuno si è schierato per boicottare l’iniziativa, anche se i mal di pancia all’idea di mettersi tutti insieme sono assai diffusi pure in queste due località.

Dai primi di marzo, quando Corrado Tomasi (ex sindaco di Temù per due mandati e attuale consigliere regionale del Pd), in occasione dell’assemblea annuale della Sit rilanciò l’ipotesi fusione tra Ponte e Temù estendendo l’invito a Vione, dopo la mancata unione di cinque anni fa tra i primi due, l’apparato della propaganda pro e contro lavora a pieno ritmo.

I sostenitori del Sì hanno dovuto dapprima superare lo scoglio della raccolta delle firme nei tre paesi per poter presentare la richiesta. Poi dar vita ai comitati che attraverso incontri o pubblicazioni diffondessero le loro tesi; lo stesso hanno fatto gli avversari, anche se come detto ufficialmente sono riusciti a costituirsi solo a Temù. Dopo mesi di campagna elettorale, e con l’avvicinarsi della fatidica data, tutti si aspettavano perlomeno un confronto pubblico tra le parti. Un incontro durante il quale ciascuno portasse le proprie argomentazioni, per convincere gli indecisi, che sono numerosi su ambedue i fronti, tant’è che nessuno si azzarda a fare un pronostico.

Ci sono stati diversi approcci fra i due schieramenti per gettare le basi del possibile appuntamento. Sono stati messi a punto tutti i dettagli per quella che sarebbe dovuta essere la serata del dialogo nell’esclusivo interesse delle tre Comunità. A far naufragare la possibilità è stata però la richiesta da parte dei sostenitori del No di non volersi confrontare assolutamente con quelli che hanno definito «politicanti di mestiere». In pratica hanno chiuso la porta in faccia a Tomasi e, quindi, addio confronto. I Comitati del Si hanno comunque deciso di organizzare una serata per informare i cittadini. Che si terrà appunto domenica alle 21 nella sala consiliare di Ponte. «Tuttavia - dice Graziano Pennacchio - rinnoviamo l’appello ai nostri avversari: siamo d’accordo su tutto, non ponete veti però sui nomi dei vostri interlocutori; basta volerlo e un incontro si può fare anche il giorno prima del referendum».

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