Gli ex sanatori svelati dal Fai

di C.VEN.
Gli ex sanatori di Borno
Gli ex sanatori di Borno
Gli ex sanatori di Borno
Gli ex sanatori di Borno

Sono stati 1200 i visitatori che hanno riscoperto, attraverso il Fai e le sue giornate d’autunno, i luoghi che segnano un pezzo della storia di Borno. Un faro che riaccende un passato importante, emerso soprattutto nella visita agli ex sanatori di Croce di Salven, chiusi dagli anni ’70 quando alle cure per la tubercolosi subentrò il vaccino e da allora abbandonati. Eppure c’è un sottile legame che unisce i due momenti storici: due malattie infettive (allora la Tbc, oggi il Covid), la quarantena e il senso di smarrimento diffuso. Forse anche per questo i padiglioni di proprietà di Ats Brescia e comune di Cremona hanno ricevuto tante visite, nel pieno rispetto delle normative vigenti. Un viaggio nella storia e nel degrado, uno spaccato preciso della storia del paese che più volte è tornato alle cronache per progetti più o meno realizzabili: il risultato è tutto lì da vedere. Ripetutamente violati e vandalizzati, oggi sono chiusi al pubblico e cintati perché pericolosi. Gli stabili cadono letteralmente a pezzi, il parco è stato mangiato dal bosco. Eppure è stato affascinante per i fruitori delle giornate Fai tornare dentro, fin sotto i portoni di accesso dei padiglioni che accoglievano i malati da 5 mesi a due anni di degenza. Sette milioni di euro l’ultima valutazione dell’immobile da parte dell’Agenzia delle entrate, ma tra vincoli e destinazione, come nel passato, sembrano destinati a rimanere un pezzo di storia senza futuro. Si è ipotizzato di tutto: centri di recupero, hotel con campo da golf, scuola per forestali e in tempi più recenti sede del villaggio per le prossime Olimpiadi. Tutto è sempre finito con un nulla di fatto e Borno, il cui Comune non ha alcuna proprietà, ne paga le spese. Intanto grazie al Fai si è riportata l’attenzione camuna su questo luogo: «Tutti hanno apprezzato - ha detto Alessandra Giorgi, responsabile del Fai Vallecamonica - lo sforzo di avvalersi della cultura come momento di vita e normalità. Tutti hanno rispettato la normativa come forma di rispetto condivisa. Siamo molto soddisfatti». Insieme ai sanatori sono stati aperti al pubblico anche il roccolo Guidetti-Franzoni e l’oratorio di Sant’Antonio da Padova dove trova posto un affresco di Callisto Piazza, maestro del Rinascimento lombardo. •

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