Il formaggio di nicchia Brè
fa i conti con le imitazioni

Appena arrivato sul mercato o quasi, il formaggio tipico di Breno vanta già una imitazione; e neppure cinese. La novità, per niente piacevole, è emersa nelle ultime ore nella cornice di Sant’Antonio, durante l’affollata presentazione del «Brè» targato 2015 in occasione della quale più d’uno ha alzato lo sguardo per verificare la progressiva scomparsa dei preziosi affreschi del Romanino della decprazione interna.

In cartellone non c’era un rito religioso, ma più semplicemente il taglio e la degustazione del formaggio di nicchia prodotto negli alpeggi locali. A presiedere la cerimonia c’erano Beppe Gelfi, presidente dell’associazione che ne porta il nome, il sindaco Sandro Farisoglio, il presidente della Comunità montana Oliviero Valzelli e quello di Valle Camonica servizi Sandro Bonomelli. Prima del taglio, il primo cittadino ha sottolineato ancora una volta le qualità del prodotto, apprezzato e non solo in valle, realizzato in quantità limitata (80 forme nel 2015 che potrebbero raddoppiare il prossimo anno, quando il Brè 2016 sarà pronto è verrà messo in commercio) e stagionato all’interno dell’ex rifugio antiaereo.

Valzelli si è invece complimentato con i malgari e l’associazione che con il Brè contribuiscono a valorizzare il territorio, «perchè fare agricoltura non è facile e ci stiamo attivando per ottenere ulteriori risorse necessarie al settore», mentre Bonomelli, dopo aver sottolineato che «la politica di Valle Camonica servizi intende favorire anche quello che viene dal territorio», ne ha approfittato per annunciare che a breve la società aprirà un nuovo ufficio a Breno.

È l’imitatore? Nel clima di soddisfazione c’è stata appunto una nota decisamente stonata: è rappresentata da un produttore della zona che vende questo delizioso formaggio senza l’indispensabile marchio d’origine, provocando un danno d’immagine all’associazione. L.RAN.

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