Imposte, il «caso» Enel non è ancora archiviato

di D.BEN.

Con Terna è andata bene, con Enel distribuzione un po’ meno. Il primo round dell’azione del Comune di Piancamuno dedicata al recupero delle imposte (l’Ici dal 2010 al 2014, l’Imu del 2015 e la Tasi del 2014 e del 2015) e avviata nei confronti della società che fornisce l’energia elettrica non è stato esaltante. A fronte di una serie di avvisi di accertamento arrivati nel 2016, la società ha deciso di ricorrere alla commissione tributaria provinciale perché non riteneva di dover pagare quanto richiesto. In prima istanza la commissione ha deciso di annullare le richieste dell’ente locale e di condannarlo a rifondere tutte le spese: circa cinquemila euro. L’amministrazione locale però non ha ceduto, e in marzo ha preso la strada dell’appello alla commissione tributaria regionale, sezione staccata di Brescia. Ciò che nel municipio di Piancamuno non mandano giù è la «condanna totale dell’operato del Comune aggravata dall’addebito delle spese di giudizio». Una condanna ritenuta particolarmente ingiusta e perciò meritevole di impugnazione. Chissà se a un livello più alto la prima decisione verrà ribaltata o modificata anche solo in parte? In passato era andata meglio. Sul fronte dei contenziosi per le imposte sugli immobili, lo scorso anno Piancamuno aveva recuperato da Terna ben 397 mila euro, e se anche più di un terzo della somma era andato alla società cui erano stati affidati gli accertamenti e l’assistenza legale, per il bilancio del Comune si è trattato di un introito importante. Non resta che attendere per scoprire se questa seconda partita, stavolta con Enel distribuzione, usando il gergo calcistico verrà persa pareggiata o vinta ai supplementari. •

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