Incendio nella Valcart Il dolo e l’inquinamento spaventano la bassa valle

L’interno di uno dei capannoni della Valcart andato in fumo
L’interno di uno dei capannoni della Valcart andato in fumo
L’interno di uno dei capannoni della Valcart andato in fumo
L’interno di uno dei capannoni della Valcart andato in fumo

È un disastro industriale ma anche se non soprattutto ambientale quello che ha avuto come sfondo Rogno: un Comune bergamasco ma di fatto «camuno» per la sua vicinanza con la bassa valle e in particolare con Darfo. Nella notte tra sabato e domenica, nella cittadina è andata letteralmente in fumo la «Valcart», un’azienda specializzata nel trattamento di rifiuti (carte lavorate con materiali plastici, per esempio) che è stata devastata da un rogo probabilmente di origine dolosa. Questa almeno è l’ipotesi inquietante che ha spinto la procura della Repubblica di Bergamo ad aprire un fascicolo contro ignoti. Inquietante perché il caso Valcart ricorda quello degli ormai numerosi capannoni stoccati fino al soffitto di plastiche e altri materiali da differenziare che sono semplicemente stati dati alle fiamme avvelenando grandi spazi circostanti. Un avvelenamento potenziale, e molto probabile, che si è verificato anche a Rogno: il rogo di quattro capannoni su sei per un totale di tremila metri quadri ha prodotto enormi quantità di fumi e ceneri poi ricadute sul territorio, e vista la tipologia di materiali stoccati, il Comune di Rogno ha vietato lo svolgimento di manifestazioni all’aperto e la raccolta negli orti di frutta e verdura, invitando la popolazione a tenere le finestre chiuse nelle ore successive al disastro; quelle in cui un intenso odore acre ha riempito l’atmosfera non solo verso Darfo ma anche in direzione di Lovere e di Costa Volpino. ALTRO FUMO in atmosfera dopo il gravissimo incendio che nei giorni scorsi ha colpito la Feltri Marone, sull’alto Sebino bresciano. Tornando a Rogno, il rogo è stato alla fine domato solo dopo molte ore di lavoro ad altissimo rischio da ben 11 squadre dei vigili del fuoco arrivate da Darfo, Lovere, Clusone, Bergamo, Madone, Treviglio e Romano di Lombardia. E i «segni»? Legambiente del basso Sebino chiede all’Ats, all’Arpa e alle amministrazioni locali di spiegare tempestivamente ai cittadini dell’area interessata le possibili conseguenze dell’incendio sulla salute pubblica.

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