la storia

La battaglia di Romina, malata «invisibile» di fibromialgia

di Claudia Venturelli
La quarantenne ha perso il lavoro ma non la determinazione Per questa patologia non sono previste esenzioni dai ticket sanitari
Romina Scalvinoni durante un’escursione in montagna: la via di fuga dalla sua malattia
Romina Scalvinoni durante un’escursione in montagna: la via di fuga dalla sua malattia
Romina Scalvinoni durante un’escursione in montagna: la via di fuga dalla sua malattia
Romina Scalvinoni durante un’escursione in montagna: la via di fuga dalla sua malattia

È ancora considerata una malattia «invisibile», anche se oggi, in Lombardia, è come non vedere 60mila persone. Tanti sono i cittadini che soffrono di fibromialgia, una patologia che causa dolori muscolari diffusi associati ad altri sintomi come affaticamento e insonnia. Tra di loro, lo ha scoperto poco più di un anno fa, c’è anche Romina Scalvinoni. Ha 40 anni, abita a Berzo Inferiore e da qualche mese, a causa della malattia, è disoccupata.

Nel descriverla spiega che «è un dolore cronico 24 ore al giorno; una patologia che ti devasta a livello psicologico perché non ti capaciti di ciò che ti succede. Tanti medici non ti credono quando vai a raccontare che hai questi dolori».

Lei ha scelto di rinunciare ai farmaci, agli antidepressivi e agli oppiacei con cui spesso si prova ad alleviare i sintomi, perché «ti cambiano, con quei prodotti non sei te stesso».

Oggi segue una dieta antinfiammatoria per malattie autoimmuni e reumatologiche, seguita da una nutrizionista. Ma soprattutto prova a conservare la sua grande passione per la montagna. Una valvola di sfogo per chi come lei, spesso vede tutto nero. «All’inizio mi è caduto il mondo addosso perché a 40 anni mi sono ritrovata con dolori allucinanti da non riuscire ad alzarmi la mattina. Mi è capitato di dover chiedere aiuto a mio marito per fare le cose più semplici.

E poi mi sono ritrovata senza un lavoro». Eppure sorride, perché il suo mantra, che condivide anche nel gruppo Facebook che ha fondato, «Uniti per la fibromi algia», è che «si cade ma ci si rialza». E lei si è rialzata e anzi, ha fatto di più. Ha intrapreso una battaglia anche per chi, come lei, resta invisibile. Il problema? Questo dolore non è incluso negli elenchi ministeriali delle patologie croniche e non è inserito neppure nei livelli essenziali di assistenza. Vuol dire che i pazienti non hanno diritto a esenzioni per farmaci e terapie.

Ma nei giorni scorsi, dopo un incontro di Romina con l’assessora regionale Elena Lucchini, da Berzo è partita una lettera indirizzata a Roma, ai ministri e al presidente del Consiglio «per far loro conoscere questo problema invalidante. Io ho punti di invalidità ma non mi bastano per vivere e per avere un lavoro praticabile in base ai problemi che ho». Romina non chiede nulla di più di quello che spetta a chiunque soffra di una malattia invalidante riconosciuta.•.

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