cucina

Le Migole di Malonno sono sempre più certificate: dopo la De.co. arriva la Pat

di Lino Febbrari
Il piatto povero della tradizione è stato inserito nell’elenco dei prodotti agroalimentari della Lombardia
Migole
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Migole

Il riconoscimento atteso da mesi è arrivato sotto l’albero di Natale. Da pochi giorni, le «Migole» (con la «M» maiuscola rimarcano con gioia i promotori) di Malonno sono state inserite tra i prodotti agroalimentari tradizionali (Pat) della Regione, nella categoria prodotti della gastronomia. Nel Bollettino ufficiale è riportato inoltre (e dettagliatamente) anche il disciplinare, nel quale si premette che la pietanza è originaria del territorio di Malonno: un’esclusiva, quindi, per il paese dell’alta valle.

Un vero disciplinare

Sono poi elencate le caratteristiche fisiche e organolettiche (colore marroncino, odore e sapori tendenti al dolce) di questa polenta sminuzzata da consumare con salumi cotti o crudi o formaggi molto saporiti, e catalogate le materie prime da utilizzare (farine di castagne e grano saraceno, acqua, burro, olio e sale grosso). La scheda racchiude infine alcuni cenni storici e la tecnica di produzione.

La storia delle Migole 

Le Migole risalgono al ’600, quando in tutte le aree montagne la castanicoltura era una fonte primaria di alimentazione e permetteva alla gente anche il baratto con altri prodotti non presenti. La produzione? I frutti del bosco venivano essiccati su graticelle in ferro o legno fissate al soffitto di una piccola stanza, in cui veniva acceso e alimentato un fuoco giorno e notte per un mese circa. Liberate poi dall’involucro, le castagne venivano portate al mulino per essere macinate e ottenere così la farina per le Migole.

La ricetta nel Pat

La ricetta «blindata» nel Pat stabilisce che della farina di castagne venga mischiata con quella di grano saraceno e mescolata in senso verticale: l’azione continua del mestolo favorisce lo sbriciolamento della polenta. La cottura deve avvenire preferibilmente in stufe o caminetti alimentati a legna, con l’impiego di un paiolo di rame o ghisa. Il disciplinare chiarisce pure che l’acqua va portata a bollore prima di aggiungere il sale e poi, poco alla volta, le farine setacciate. Che debbono essere mescolate energicamente dal basso verso l’alto. Alla ripresa del bollore si aggiunge l’olio (il burro o la panna dipende dall’abilità del cuoco e dal gusto dei commensali) e si prosegue fino allo sbriciolamento dell’impasto.

L'entusiasmo di Malonno

«Che dire? Siamo orgogliosi - commenta il presidente della nuova pro loco malonnese Fausto Mariotti -: dopo la De.co. concessa nel 2022 dalla Giunta Ghirardi, ora possiamo anche fregiarci di questo riconoscimento». La consegna del Pat avverrà in municipio domenica 24 dicembre.

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