Malonno delude le attese Le migole slittano ad aprile

di L.FEBB.
Una pentola di «migole»
Una pentola di «migole»
Una pentola di «migole»
Una pentola di «migole»

Rinviata a data da destinarsi. Lo ha deciso, domenica sera, il sindaco Giovanni Ghirardi poco dopo l’emanazione dell’ordinanza regionale che vieta manifestazioni e assembramenti per scongiurare il diffondersi del coronavirus. Inutile dire che a Malonno ci sono rimasti male quando hanno saputo che sabato la classica «Sagra delle migole» non ci sarà. Si tratta di un appuntamento annuale particolarmente amato dai buongustai, e inoltre, l’edizione di quest’anno della festa doveva essere un momento gastronomico davvero speciale: in cucina l’imperativo era quello di utilizzare esclusivamente prodotti tipici rigorosamente a chilometri zero. Uno dei quali addirittura, il grano saraceno, coltivato la scorsa estate in un campo vicino al paese, e poi ridotto in farina da un appassionato con un mini mulino elettrico. E poi ci doveva essere l’atteso annuncio ufficiale della concessione della denominazione comunale d’origine (la De.Co.) alla tipica pietanza malonnese. La cui ricetta è davvero semplicissima: si tratta di una polenta di farine di grano saraceno, di castagne e acqua, che una volta cotta viene finemente sminuzzata (da qui la denominazione dialettale di migole, che si può tradurre in granelli). Il tutto viene poi condito con abbondante panna o burro. Il piatto abitualmente viene servito accompagnato da cotechini, salame e formaggi: anche questi tutti prodotti di produzione locale. La Nuova Pro loco malonnese spera che la festa possa svolgersi entro la fine di aprile. •

Suggerimenti