Maltempo, la Valcamonica non si rialza

di Lino Febbrari Claudia Venturelli
L’immagine aerea di uno dei fronti di pericolo aperti sul territorio della Valcamonica alle prese con  gravi problemi di dissesto idrogeologico
L’immagine aerea di uno dei fronti di pericolo aperti sul territorio della Valcamonica alle prese con gravi problemi di dissesto idrogeologico
L’immagine aerea di uno dei fronti di pericolo aperti sul territorio della Valcamonica alle prese con  gravi problemi di dissesto idrogeologico
L’immagine aerea di uno dei fronti di pericolo aperti sul territorio della Valcamonica alle prese con gravi problemi di dissesto idrogeologico

Lino Febbrari Claudia Venturelli La Valcamonica non si rialza. A cinque giorni dall’ondata di maltempo che ha messo in ginocchio il territorio, il ritorno alla normalità è un miraggio. Il censimento delle ferite inferte dalla tempesta sembra senza fine anche perchè la pioggia continua a cadere copiosa aprendo nuovi fronti di emergenza. I tecnici della Comunità montana parlano di venti milioni di euro di danni soltanto per il patrimonio boschivo. Altrettanti ne serviranno per sistemare strade, agro silvo pastorali e frane varie scese dopo che il terreno non ha saputo reggere la quantità di acqua, 40 centimetri in tre giorni dicono gli esperti. NON È STATO ancora riaperto al traffico ferroviario il ponte che corre accanto alla ex statale 42 in territorio di Nadro di Ceto, nei pressi del bivio per Ono San Pietro. Il torrente Figna che si è spinto a valle dopo aver riempito di materiale la vasca di raccolta da 6 mila metri cubi ha fatto danni alla strada e alla ferrovia. Trenord, intervenuta immediatamente nel post smottamento, non ha ancora ultimato i lavori per rimettere su rotaia il treno: il tratto molto delicato è già stato oggetto di pulizia e lavori ma ci vorrà ancora qualche giorno per mettere la parola fine all'emergenza. Da Breno a Edolo e ritorno funziona il servizio di bus sostitutivi ma è inutile negare il disagio di studenti e pendolari nonostante i giorni di festa. Ancora chiuse anche la provinciale ex statale 42 che corre poco più sotto e la 345 del Crocedomini minacciata da una frana. Riaperta e richiusa in tempi record la provinciale non è in sicurezza e i tecnici del Broletto con la consulenza di quelli della Comunità montana hanno deciso per lo stop. Ripulita dai tanti alberi ceduti alla furia del vento che lunedì sera ha soffiato a 100 chilometri orari ha dovuto piegarsi ad uno smottamento che insiste sul fronte privato degli alberi e per natura ricco di massi. Non si contano invece le strade secondarie chiuse per smottamenti, ogni Comune ne ha almeno una con cui fare i conti. C’è Cevo con la Val Paghera, c'è Ossimo con le agro silvo pastorali per Agolo e Teda, Borno con la strada che porta alla località Prave, comune di Angolo. E ancora Braone ha chiuso la strada per la località Piazze, Ono San Pietro la strada «del monte» e a Cerveno la via per Cemmo e la strada ciclabile bassa. Il vento eccezionale non ha risparmiato il comprensorio di Montecampione che registra alcuni danni agli impianti. Le istituzioni sono mobilitate per dare risposte rapide ai bisogni del territorio. Dopo aver sorvolato in elicottero alcune delle aree devastate dal maltempo, ieri mattina, l’assessore regionale all’Agricoltura Fabio Rolfi ha incontrato a Edolo, nella sede del Consorzio Forestale dell’alta Vallecamonica, gli amministratori dei paesi più colpiti per fare il punto sui danni causati dall’ondata di maltempo. Li ha rassicurati che regione Lombardia decreterà lo stato di calamità naturale e che, quindi, non mancheranno i fondi per riparare le gravissime ferite inferte soprattutto al patrimonio forestale. «La Regione è a fianco di tutti i Comuni - afferma l’assessore -. Abbiamo chiesto di stilare la lista dei danni. Poi spetterà al Pirellone reperire le risorse per far fronte all’emergenza e per la messa in sicurezza». Rolfi annuncia: «Ho già in mente alcune misure da adottare sul Psr che possano andare incontro alle esigenze dei Comuni e dei Consorzi forestali». L’ assessore ha assicurato che per porre rimedio alla devastazione non trascorreranno tempi biblici. «Le centinaia di ettari di boschi schiantati possono rappresentare un pericolo: questo legname potrebbe scivolare a valle, impedire la rinascita della vegetazione. Quindi al più presto va recuperato, penso nel giro di qualche mese. Noi come istituzione ci dobbiamo adoperare per reperire le risorse necessarie, e questo è il mio impegno». VISTI I CAMBIAMENTI climatici, calamità simili si potrebbero ripetere in tempi brevi. Rolfi ha invitato gli amministratori locali a darsi una mossa per segnalare le opere di prevenzione che dovrebbero essere realizzate per evitare in futuro simili disastri ambientali. «Andremo quindi a finanziare interventi che possano prevenire i danni – conclude l’assessore - . Il modello Sonico, con la messa in sicurezza della Val Rabbia e della sua confluenza con l’Oglio, che ha ben funzionato in questa fase emergenziale, è un esempio da seguire. Con l’assessore al Bilancio Davide Caparini e il consigliere Francesco Ghiroldi vedremo poi di far valere queste richieste nella programmazione regionale». •

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