Minacce venatorie, trovato il colpevole

di P.CITT.
Le pelli di capriolo usate come avvertimento
Le pelli di capriolo usate come avvertimento
Le pelli di capriolo usate come avvertimento
Le pelli di capriolo usate come avvertimento

Ai carabinieri di Artogne sono bastate poche ore per scoprire il responsabile del gesto intimidatorio nei confronti del presidente del Comprensorio alpino di caccia C4. Ad appendere due pelli di capriolo al cancello dell’abitazione di Claudio Otelli sarebbe stato un ragazzo, uno studente universitario di 22 anni a sua volta residente ad Artogne. A lui i carabinieri che fanno capo alla Compagnia di Breno sono arrivati anche osservando le immagini delle telecamere di videosorveglianza installate nel territorio comunale, e dopo che lo hanno identificato, attraverso i social i militari hanno scoperto che l’autore dello squallido gesto intimidatorio si era anche scattato alcuni selfie per immortalare la sua idiozia. A quel punto non è rimasto più alcun dubbio sull’identità del responsabile. Gli agenti lo hanno raggiunto nella sua abitazione, e lì è stato messo davanti agli elementi raccolti nelle prime ore di indagini. A quel punto il 22enne è crollato, ha confessato di essere stato lui ad appendere i resti degli ungulati uccisi sul cancello ed è stato ovviamente denunciato. NON SOLO: i carabinieri gli hanno anche sequestrato il telefono cellulare per ricostruire spostamenti ed eventuali altri contatti. Di certo, anche se non esistono dettagli, ciò che è avvenuto ha a che fare con la caccia e qualche episodio di contrasto tra i due: il giovane denunciato è in effetti titolare di licenza, ma secondo i militari non avrebbe collegamenti con i tre cacciatori fermati nei giorni scorsi dalla polizia provinciale con a bordo del loro pick up le carcasse di tre caprioli uccisi illegalmente. Il 22enne e il presidente del C4 avrebbero avuto un problema, e il giovane avrebbe deciso di «fargliela pagare» con questa idiozia. Che gli è costata davvero cara; perché Otelli una volta trovate le carcasse ha subito avvertito i carabinieri. Le indagini sono state rapide e le telecamere installate nei dintorni della casa del destinatario dell’intimidazione hanno aiutato la soluzione. •

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