Montecampione, sarà un rilancio complesso

di Domenico Benzoni
Tra i nodi da sciogliere a Montecampione c’è quello del potenziamento del sistema di innevamento
Tra i nodi da sciogliere a Montecampione c’è quello del potenziamento del sistema di innevamento
Tra i nodi da sciogliere a Montecampione c’è quello del potenziamento del sistema di innevamento
Tra i nodi da sciogliere a Montecampione c’è quello del potenziamento del sistema di innevamento

Archiviata la delibera della Regione che ne approva contenuti e finanziamento, ora è il momento degli atti formali legati al Patto territoriale per lo sviluppo di Montecampione. Dopo la firma del 7 luglio dei sindaci e del presidente Attilio Fontana, anche ai consigli comunali di Artogne, Pian Camuno, Gianico, Darfo Boario e Rogno è stato chiesto di provvedere alla ratifica dell’accordo con palazzo Lombardia. Un’intesa che consentirà di investire oltre 13 milioni di euro per ridare nuova vita a tre seggiovie, la Dosso Beccherie (per 4 milioni e 926 mila euro), la Secondino - Splaza (4.668.250 euro) e la Longarino - Splaza (3.570.900 euro). Tutto bene? Non tutto. Se negli altri enti non si sono registrati particolari distinguo, nel consiglio comunale di Artogne i due gruppi di minoranza hanno evidenziato alcuni problemi legati alla parte dell’investimento che dovrebbe gravare su Artogne e sulla Comunità montana. Mattia Conti, Cristina Sterni, Betty Domestici e Federica Peluchetti hanno chiesto chiarimenti a proposito della quota del 21,5% che Artogne dovrebbe garantire con risorse proprie, visto che nel Patto territoriale si parla di un mutuo trentennale. Verrà trovata con un projet financing, è stata la risposta, altrimenti bisognerà rivalutare la questione. Se tutti si sono detti d’accordo sul fatto che si debba operare per far rinascere la stazione turistica, gli interrogativi non sono mancati: come farà il Comune a prendere in carico gli impianti sui quali interviene il Patto territoriale? C’è già un accordo con Montecampione Ski area che a oggi ne è proprietaria? E se non si trovasse il privato disposto a contribuire che cosa succederà, chi coprirà la cifra restante? Hanno provato a rassicurare tutti sindaca e maggioranza, affermando che la strada è sì difficile, ma non per questo impercorribile. «Confidiamo che a fronte dell’appoggio degli enti pubblici anche i privati siano stimolati a partecipare - hanno detto Barbara Bonicelli e i suoi -. Stiamo creando le condizioni per guardare al futuro di Montecampione con più tranquillità». Certo le tessere del puzzle che devono combaciare sono molte. Tra le criticità che nello schema di Patto vengono addebitate al comprensorio c’è la rinascita degli alberghi, l’estensione dell’innevamento artificiale, l’intervento sull’intero comparto delle funivie, il potenziamento dei servizi legati al ristoro sule piste, il rimodellamento dei tracciati per ridurre il mano nevoso necessario a sciare, l’offerta rivolta ai principianti e ai non sciatori. Almeno per la viabilità da quota 1.200 al Plan l’operazione è in corso, per il resto serviranno tempo e fiducia.•.

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