Operazione sicurezza riuscita Ora il Cardo sogna normalità

di L.FEBB.
Il direttore de «Il Cardo» con alcuni ospiti della struttura edolese
Il direttore de «Il Cardo» con alcuni ospiti della struttura edolese
Il direttore de «Il Cardo» con alcuni ospiti della struttura edolese
Il direttore de «Il Cardo» con alcuni ospiti della struttura edolese

Come i medici e gli infermieri degli ospedali e delle case di riposo, anche gli operatori della cooperativa «Il Cardo» di Edolo sono in prima linea per aiutare gli ospiti ad affrontare in sicurezza il rischio del contagio. Nella storica sede di via Magnolini (l’altro immobile di via Adamello in questo momento è chiuso) sono rimasti una dozzina di ragazzi della comunità alloggio, tutti gli altri 50 circa, seguiti per una parte della giornata, sono rimasti a casa, in attesa anche loro di tornare alla normalità. «Siamo riusciti a proteggerli - afferma Marco Milzani direttore della coop edolese - e per fortuna stiamo tutti bene. Nel frattempo purtroppo tutti gli altri servizi che eroghiamo sono sospesi e stiamo cercando di trovare soluzioni. Ma siamo stati vicini a tutti i ragazzi dei diurni con telefonate e videochiamate». E il futuro? È iniziato con alcune uscite sul territorio, in particolare a Monno dove i ragazzi del settore agricolo hanno piantato in un campo il lino e la canapa (tra qualche giorno metteranno a dimora le barbatelle sul vigneto del Monte Colmo realizzato qualche anno fa). «Dove è possibile, negli spazi aperti - spiega il direttore - stiamo cercando di proseguire un minimo di attività e di avviarne altre per farci trovare pronti alla riapertura. Poi abbiamo iniziato a raccontarci sul blog della nostra rivista Zeus come si vive al tempo del coronavirus. Mi sembra che i ragazzi la stiano vivendo fondamentalmente meglio di noi educatori». In programma tra breve ci sono i festeggiamenti per la conclusione dei lavori nei due stabili. La sede di via Magnolini è stata praticamente raddoppiata, mentre in via Adamello è stato recuperato il piano mansardato; il tutto finanziato col generoso lascito della benefattrice Marica Carestia. «CI SONO ancora alcuni dettagli e piccoli lavoretti da mettere a punto - chiarisce Milzani -, poi forzatamente dovremo trovare una nuova modalità per il taglio del nastro: non saremo in tanti». Intanto, dai primi di maggio è decollato il progetto sperimentale della durata di un anno battezzato Sportello di comunità e finanziato dalla Fondazione Comunità bresciana. «È una linea telefonica - spiega Giulia Gasparini, responsabile del servizio minori -, che dopo il primo accesso prevede la possibilità di costruire percorsi mirati. E si rivolge a tutta la popolazione dell’alta valle». Il nuovo servizio è uno spazio dedicato e personale nel quale l’operatore offre supporto per le sfide quotidiane di ogni famiglia, e si contatta al 342 7617634 dalle 10 alle 12 lunedì, mercoledì e venerdì, e dalle 14 alle 16 martedì e giovedì. •

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