Parkinson, il metodo Boario fa già scuola

di Claudia Venturelli
Il Centro Europeo di Boario:  dalla tecnologia nuove possibilità per il trattamento del Parkinson
Il Centro Europeo di Boario: dalla tecnologia nuove possibilità per il trattamento del Parkinson
Il Centro Europeo di Boario:  dalla tecnologia nuove possibilità per il trattamento del Parkinson
Il Centro Europeo di Boario: dalla tecnologia nuove possibilità per il trattamento del Parkinson

Il Centro Europeo per il Parkinson di Boario cresce ancora. Non solo nei numeri, a oggi i pazienti arrivano da quaranta paesi del mondo, ma anche negli strumenti che consentono di soddisfare in modo sempre più semplice, ma soprattutto più mirato, le diverse esigenze dei malati e delle loro famiglie. IL CONCETTO di fondo, esplicitato sei anni fa con l’apertura a Boario del centro d’eccelenza, non è mai cambiato: dalla domanda «perché è successo a me?», il cruccio del fondatore Alexander Reed, alla domanda «visto che è successo a me, cosa posso fare per migliorare il mio stile di vita?». Dopo le apparecchiature di ultima generazione, il personale altamente specializzato, i collegamenti scientifici con tutto il mondo, il costante coinvolgimento del reparto di neurologia dell’ospedale di Esine e dopo le dotazioni per allestire la palestra che si arricchisce di nuove biciclette, il centro di corso Italia registra una new entry. È un nuovo software - quello di Boario è l’unico centro in Italia a disporne - con un’applicazione sviluppata in Israele che promette di far fare un ulteriore passo in avanti nello studio e nel trattamento di ogni singolo caso. «Un investimento che va di pari passo con gli altri - spiega Alex Reed - Ogni paziente viene seguito individualmente e la nuova macchina offre un aiuto enorme nel capire cosa funziona e cosa no». Qui non si fanno diagnosi, nemmeno questo nuovo macchinario le fa. Ma lo strumento consente di perfezionare il percorso terapeutico. L’APPLICAZIONE, attraverso un nastro che nasconde due elettrodi, è in grado di segnalare un disturbo dell’attenzione, un’emozione o un cambiamento di umore in qualsiasi momento, così come un’attività celebrale poco movimentata. «Per noi è molto utile - conferma Roberta Brescianini, psicologa del centro - ma non facciamo diagnosi. Semplicemente monitoriamo le onde cerebrali e quindi possiamo vedere se una persona è particolarmente stressata o ansiosa e cerchiamo piccoli rimedi per risolvere l’ansia, se è vera, e lo stress». Ma guai a chi pensa che possa sostituire il prezioso lavoro dei neurologi in fase di diagnosi. «A chi ha una preoccupazione neurologica - chiude Reed - consigliamo sempre di andare in ospedale. Questa macchina non rimpiazza medici e ricoveri, ma ci permette di interpretare facilmente cosa sta succedendo a livello del cervello e per noi è importante per il percorso terapeutico». LO STUDIO fa un passo in avanti nella comprensione del funzionamento del cervello e della sua attività in varie situazioni, e fa fare un salto in avanti al centro Parkinson di Boario che affianca alla cura con medicinali l’attività fisica e quella mentale. Oggi il centro opera a pieno regime tutto l'anno, con una lista d’attesa che porta oltre 7mila soggiorni negli hotel di Boario. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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