I segni del maltempo

Piancogno, la frana e i pericoli: la pioggia ha aperto ferite fino a Vezza

I macigni scivolati verso via Vigne possono essere solo una parte del fronte a rischio. Nessun rientro per gli evacuati
Un torrente in carreggiata tra Cedegolo e Cevo
Un torrente in carreggiata tra Cedegolo e Cevo
Un torrente in carreggiata tra Cedegolo e Cevo
Un torrente in carreggiata tra Cedegolo e Cevo

La zona è rimasta presidiata giorno e notte dalla Protezione civile, ma sarà il sole (atteso) di questa giornata a far emergere tutto quello che la pioggia e la nebbia delle ultime ore hanno nascosto. Quel che è certo è che c’è ancora parecchio materiale instabile che potrebbe minacciare via Vigne di Piancogno, l’area teatro venerdì notte di una frana che ha distrutto una casa e fatto evacuare 6 famiglie. I massi, tra i quali uno da oltre 300 quintali finito nel giardino di una casa, si sono staccati dalla falesia dell’Annunciata, molto frequentata dagli amanti dell’arrampicata sportiva, ben sopra le reti paramassi che proteggono da tempo la strada. Per questo si parla di un dramma mancato: la casa distrutta dentro la quale sembra esplosa una bomba è frequentata solo saltuariamente, e le altre abitate non sono state neppure sfiorate. Ma per sicurezza 10 persone restano fuori casa e l’ordinanza di chiusura della strada resta in vigore. Il pronto intervento per iniziare la messa in sicurezza del versante roccioso è già stato attivato dal Comune, ma serviranno alcuni giorni per capire tutto quello che c’è da fare.

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La zona è da sempre soggetta a piccole frane, ma non se n’era mai verificata una di queste dimensioni. «Devo ringraziare i volontari della Protezione civile per il lavoro svolto, i vigili del fuoco per l’intervento immediato, tutto il personale tutto del Comune e i residenti di via Vigne che si sono resi disponibili immediatamente a lasciare le abitazioni» commenta il sindaco Francesco Sangalli. Sulla scena camuna, però, non c’è solo il caso Piancogno, perché invece della tanto attesa neve (caduta solo in tarda mattinata al disopra dei 1200 metri), l’altra notte in poche ore sono arrivati quasi 50 millimetri di pioggia che hanno saturato un terreno già gonfio d’acqua. Il risultato? Frane e allagamenti che hanno interessato a macchia di leopardo il territorio dell’alta valle. Nulla di nuovo, verrebbe da dire, perché, purtroppo, nonostante la montagna di denaro pubblico speso negli ultimi decenni per mettere in sicurezza il territorio, ad andarci di mezzo anche stavolta sono state alcune aree che dovrebbero (almeno sulla carta) essere sicure.

È il caso della Valsaviore. O meglio della disastrata provinciale 6 che da Cedegolo, attraverso Andrista e Fresine, risale a Cevo e dall’altro lato raggiunge Valle. Un’area sicuramente fragile (lo raccontano diversi documenti storici) che, appunto, da decenni a ogni scroscio d’acqua patisce e provoca guai su guai. L’allarme maltempo fortunatamente è rientrato, e i danni maggiori si sono appunto verificati sull’arteria gestita dalla Provincia, costellata in più tratti da alberi, fango, sassi e detriti riversati a valle dai torrentelli ingrossati.

Interrotta anche la strada della Musna che da Cevo sale alle malghe: il maltempo di un mese fa l’aveva messa a dura prova creando voragini e facendo crollare muri, e la botta finale l’ha data l’altra notte la nuova e intensa precipitazione facendola franare in gran parte. Un’altra piccola frana ha interessato anche la strada per Pozzuolo (una diramazione della sp 6), lasciando isolata una famiglia per alcune ore. È stata nuovamente colpita da alcuni smottamenti anche la strada che da Saviore conduce a Fabrezza (anche questa oggetto di interventi milionari). Inoltre, la pioggia ha provocato parecchi problemi anche al reticolo di strade forestali della zona. Per tutta la notte e fino al tardo pomeriggio di ieri le squadre della protezione civile, dei vigili del fuoco e delle ditte appaltatrici del Broletto hanno lavorato per ripulire l’asfalto dai detriti e ripristinare la circolazione. Terriccio è acqua hanno bloccato per la seconda volta in meno di un mese lo svincolo della superstrada poco prima della rotonda di Forno Allione. Dal versante montano all’ingresso del tunnel in direzione Nord si è riversata a valle una grande quantità di materiale che ha ricoperto un lungo tratto di carreggiata impedendo il transito dei veicoli. Che hanno potuto riprendere a circolare solo nel tardo pomeriggio di ieri.

Opere compromesse

Uno smottamento ha costretto il sindaco di Vezza d’Oglio a chiudere la strada che porta in Val Paghera, sono avvenuti allagamenti di strade e scantinati a Edolo, e nella notte grandi pozzanghere si sono create sulla statale del Tonale (che in serata è stata anche chiusa per l’ennesima frana all’altezza di Monno) a Malonno, a causa della tracimazione di in piccolo ruscello. La pioggia ha infine peggiorato la situazione di uno smottamento a Sellero, dove da settimane è in corso la messa in sicurezza della via di accesso a un’abitazione. «Un intervento molto oneroso - commenta il sindaco Giampiero Bressanelli -, e adesso si sono aggravate le condizioni di stabilità della strada. Abbiamo stanziato una ulteriore importante somma che sia aggiunge ai 100mila euro della Regione per il pronto intervento».

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