Breno

Polizia locale ai minimi termini: un solo agente

di Luciano Ranzanici
Da settimane l'organico conta una sola persona dopo l'addio di un collega il comandante dirige se stesso
La polizia locale di Breno ha sede nel Palazzo degli Uffici
La polizia locale di Breno ha sede nel Palazzo degli Uffici
La polizia locale di Breno ha sede nel Palazzo degli Uffici
La polizia locale di Breno ha sede nel Palazzo degli Uffici

Non è l'unica spiegazione, ma di certo il «divorzio», risalente a quattro anni fa, dall'Unione dei Comuni degli Antichi borghi ha pesato anche sulla situazione, a dir poco carente, della polizia locale di Breno. La situazione? Massimiliano Ducoli, che coordinare anche una realtà fondamentale come i vigili del fuoco volontari della cittadina, è il comandante di se stesso; unico agente in servizio in una cittadina che, stando al rapporto raccomandato tra abitanti e poliziotti, dovrebbe contare almeno quattro operatori.

Sotto organico

Dopo la prematura scomparsa di Giacomo Botticchio, che è stato per poco più di vent'anni responsabile del distaccamento locale dei militi, alla luce della sua esperienza ha assunto anche la responsabilità del comando, e in occasione della recente attribuzione del premio «Impronta camuna» dell'omonima associazione, assegnato ai vigili del fuoco provinciali permanenti e volontari, il presidente dell'associazione Roberto Bontempi ha consegnato proprio a lui il riconoscimento speciale che premia l'impegno del corpo, operativo in Valcamonica con cinque Distaccamenti. Tornando all'incarico retribuito, Ducoli è costretto a reggere per ora in solitudine l'incarico di comandante della polizia municipale: dalla gestione dell'ufficio ai servizi esterni. Perché da poche settimane Mario Bertoli che lo affiancava è passato nell'organico della locale della già citata Unione dei Comuni degli Antichi borghi. Il giovane agente malonnese ha lasciato un ottimo ricordo di sé a Breno, e si è trasferito in modo non proprio indolore agli ordini di Silvestro Bonomelli, responsabile del corpo che ha sede a Cividate.

Una realtà difficile

Si tratta di una situazione inaccettabile in una realtà urbana di queste dimensioni, anche considerando che non più tardi di una decina d'anni fa erano cinque/sei gli agenti di polizia locale in servizio, e che negli ordinamenti viene raccomandata la presenza di un addetto ogni mille abitanti. Con l'uscita dall'Unione dei Comuni si è trasferito a Cividate, nel medesimo fabbricato, anche lo Sportello unico delle attività produttive, già alloggiato come la locale nel Palazzo degli Uffici. Non sarebbe il caso di ragionare politicamente sull'opportunità di una marcia indietro?

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