Servizi, una cittadella per anziani e disabilità

di C.VEN.
La festa per l’apertura dei nuovi spazi della Pia Fondazione
La festa per l’apertura dei nuovi spazi della Pia Fondazione
La festa per l’apertura dei nuovi spazi della Pia Fondazione
La festa per l’apertura dei nuovi spazi della Pia Fondazione

Il nuovo volto coincide con nuovi servizi per la Pia Fondazione di Valcamonica di Malegno. Il grande edificio che fino a poco tempo fa ospitava i servizi per la salute mentale dell’ex Asl (oggi vicini all’ospedale di Esine) è stato ristrutturato e indirizzato verso una nuova vita: due Comuni, Malegno e Cividate, hanno pensato insieme al futuro e messo a punto un progetto che va oltre la semplice assistenza. L’HANNO già definita una cittadella per anziani e persone fragili: 700 metri quadrati a disposizione di una trentina di utenti. «Al primo piano c’è un appartamento per ragazzi disabili autonomi - ha spiegato nel giorno dell’inaugurazione il presidente della Pia Fondazione Stefano Sandrinelli -; sopra un appartamento per anziani fragili e uno spazio riservato a un progetto di housing sociale». Un progetto studiato per il territorio e nel territorio, non solo di Malegno e Cividate che si trovano a condividere un edificio di confine, ma anche di Piancogno e Esine con le rispettive case di riposo. È stato intitolato «Passo dopo passo» ed è un percorso sperimentale per anziani che potrebbe essere presto condiviso da tutto l’Altopiano del Sole: «Spazia dal servizio domiciliare al centro diurno integrato - hanno spiegato i due sindaci, Paolo Erba e Cirillo Ballardini -, per fare in modo che l’ingresso degli anziani in una Rsa si allontani sempre di più». Intanto Malegno, che ha fatto un passo indietro rinunciando al suo nel cuore del paese, ha visto nascere un nuovo centro diurno integrato per anziani. La parola d’ordine è condivisione per due paesi orfani di case di riposo e alla luce di una società sempre più bisognosa di servizi dedicati al sociale. L’opera, costata mezzo milione, è stata realizzata, oltre che con fondi propri, grazie a un contributo dell’Ats Montagna e di Fondazione Cariplo, enti locali, Comunità montana e Bim. •

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