l'anniversario

Bombardamento a Gavardo, le immagini storiche raccontano un orrore senza tempo

di Alessandro Gatta
Scatti d’epoca gentilmente concessi a Bresciaoggi da Luigi Orlini detto Gino, 92 anni, insieme ad Antonio Abastanotti (94) sopravvissuto al bombardamento aereo di Gavardo del 29 gennaio 1945
Una foto d'epoca del bombardamento su Gavardo
Una foto d'epoca del bombardamento su Gavardo
Il bombardamento su Gavardo

Macerie e distruzione, corpi martoriati, dolore e sofferenza sotto le bombe: oggi come ieri, come a Gaza o in Ucraina e negli altri 180 conflitti armati in corso nel mondo, sono i civili a pagare il prezzo delle guerre dei militari e dei governi. Lo raccontano le drammatiche immagini d’epoca gentilmente concesse a Bresciaoggi da Luigi Orlini detto Gino, 92 anni, insieme ad Antonio Abastanotti (94) sopravvissuto al bombardamento aereo di Gavardo del 29 gennaio 1945. Cosa accadde 79 anni fa? Dal cielo piovvero le bombe degli alleati, 8 bombardieri P47D Thunderbolt: 52 morti, un centinaio di feriti e 165 famiglie sinistrate. Gavardo era un bersaglio prevedibile, e nei mesi precedenti altri 4 episodi avevano generato tensione e paura, con bombardamenti e mitragliamenti il 18 novembre, il primo, il 20 e il 25 dicembre 1944.

Il paese rappresentava infatti un obiettivo militare per la presenza della linea tramviaria, per il ponte che consente ancora oggi di attraversare il Chiese e il Naviglio, per l’autoparco di mezzi pesanti della polizia italiana e dei tedeschi. Alle 13,29 sul centro del paese si scatenò l’inferno. Gli aerei alleati puntavano al ponte, ma fallirono l’obiettivo: le arcate sul fiume e sul canale rimasero intatte ma venne demolito un intero isolato, in pieno centro storico. In pochi minuti le bombe trasformarono il paese in un ammasso di macerie: 4 ordigni caddero sulle case prospicenti piazza Marconi, oltre il ponte altri ordigni seminarono morte centrando gli edifici dove oggi ci sono negozi e locali. Nella strage morirono anche 4 sacerdoti che si trovavano nella canonica della piccola chiesa della Disciplina che sorgeva al centro di piazza De Medici, accanto alla parrocchiale, e che fu completamente distrutta.

Un colpo durissimo, terzo bombardamento più sanguinoso del Bresciano


Donne, bambini, civili: nessuno fu risparmiato. Il bombardamento di Gavardo è stato il terzo più sanguinoso del Bresciano dopo le due grandi incursioni sulla città del 13 luglio 1944 (200 vittime) e del 2 marzo 1945 (80 morti). Come ogni anno, oggi è il giorno della memoria gavardese: alle 18,30 una commemorazione religiosa in chiesa, a seguire quella civile con il sindaco. L’orazione conclusiva sarà tenuta da Maurizio Abastanotti, studioso di storia locale e figlio di Antonio, testimone vivente di quel dramma. Sono attesi anche interventi degli scolari e l’accompagnamento musicale della banda Viribus unitis. Orlini e Abastanotti, ultimi testimoni dell’accaduto, continuano a incontrare i bambini e i ragazzi delle scuole per raccontare la loro esperienza. Gli studenti di terza media visiteranno i luoghi bombardati, con una mappa del prima e del dopo. «Fare memoria di questo evento - commenta la vicesindaca Ombretta Scalmana - è l’opportunità per raccontare la storia in modo nuovo; per riflettere sulla guerra e sulle sue conseguenze».

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