Gavardo

Il caso tiro a segno torna al Tar. Ora nel mirino c'è il Comune

di Alessandro Gatta
I residenti contestano la presunta inerzia dell'ente locale nel dare uno stop alle emissioni dell'impianto
L'area di Soprazocco. Qui potrebbe essere trasferito il Tiro a segno
L'area di Soprazocco. Qui potrebbe essere trasferito il Tiro a segno
L'area di Soprazocco. Qui potrebbe essere trasferito il Tiro a segno
L'area di Soprazocco. Qui potrebbe essere trasferito il Tiro a segno

Si annuncia un nuovo passaggio nelle aule giudiziarie per il caso del tiro a segno di Gavardo: la discussione è già fissata per il 20 dicembre al Tar di Brescia. È l'effetto del nuovo ricorso presentato al Tribunale amministrativo dai residenti di via Bortolotti e dintorni: le oltre 100 famiglie del comitato Sotto la Paina, dal nome della vicina collina, da anni in guerra per il presunto troppo rumore degli spari. Stavolta i ricorrenti lamentano la «perdurante inerzia» dell'amministrazione comunale che non avrebbe adottato, come invece prescritto dal Tar (con la sentenza del 24 febbraio), «i provvedimenti urgenti volti a impedire alla sezione di Gavardo del Tiro a segno nazionale (Tsn) la prosecuzione dell'attività causa dell'inquinamento acustico, o comunque l'immediato abbattimento di emissioni sonore e disturbo della quiete pubblica».

La prima sentenza

La prima sentenza è passata in giudicato, senza appelli di Comune e Tsn: «Il superamento del limite delle emissioni sonore è circostanza non contestata dalle controparti - scriveva il Tar - che si limitano invece a insistere sull'applicazione di diversi e meno stringenti limiti. Il Comune afferma di non avere a disposizione elementi che giustifichino l'esercizio dei propri poteri di prevenzione dell'inquinamento acustico. Tuttavia, la relazione del consulente officiato dall'amministrazione offre questi elementi. Spetta al Comune riavviare il procedimento di verifica del rispetto dei limiti e adottare le determinazioni conseguenti». La risposta del municipio? L'ente aveva deciso di «conformarsi a quanto disposto dal Tar, riattivando il procedimento di verifica formulando al responsabile dell'area Infrastrutture l'indirizzo di affidare le verifiche all'Arpa, ente super partes». I residenti però avevano ricordato che «l'inquinamento acustico era già stato accertato», e diffidato l'amministrazione «ad adottare i provvedimenti prescritti». Altrimenti, tribunale. E così è andata. Una storia infinita, dato che il primo esposto dei residenti è del 2017, il secondo del 2019, il terzo del 2021: Lo scorso anno il Tar, nel mezzo i rilevamenti delle emissioni effettuati per conto del Comune e dai privati. «Il senso di responsabilità che tutti abbiamo mostrato negli anni - dice Giovanna Bonomini, portavoce dei residenti - non è stato ripagato dalla disponibilità delle istituzioni. Ora restiamo in attesa dell'udienza, mentre il Tsn continua la sua attività indisturbato. Per questo non escludiamo di proseguire in sede civile, con ricorso cumulativo al giudice fondato sull'articolo 844 (immissioni), chiedendo un provvedimento d'urgenza per la cessazione immediata del rumore e presentando richieste per danno biologico, patrimoniale, morale ed esistenziale, in quanto leso l'articolo 32 della Costituzione sul diritto alla salute».

Il trasloco è lontano

È infatti possibile «ammalarsi di rumore»: lo riconosce uno studio pubblicato dalla prestigiosa rivista di medicina The Lancet. E l'ipotizzato trasloco in una ex cava di Soprazocco? «Stiamo cercando i finanziamenti - ricorda il sindaco Davide Comaglio -. Abbiamo partecipato a un bando e siamo arrivati secondi, per favorire, di comune accordo, il trasferimento del Tsn nell'area individuata»

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