Il Chiese in piena continua a fare paura

di Mila Rovatti
Il fiume ha oltrepassato i limiti da Lavenone fino a Gavardo, allagando scantinati, garage e officine e attività vicine all'argine. La situazione migliora ma ci sono ancora diverse criticità legate ad allagamenti e smottamenti
Osservato speciale Il Chiese ingrossato dall’ondata di maltempo FOTO STEFANO MARAGGIPiovono massi Una delle frane in provincia
Osservato speciale Il Chiese ingrossato dall’ondata di maltempo FOTO STEFANO MARAGGIPiovono massi Una delle frane in provincia
Osservato speciale Il Chiese ingrossato dall’ondata di maltempo FOTO STEFANO MARAGGIPiovono massi Una delle frane in provincia
Osservato speciale Il Chiese ingrossato dall’ondata di maltempo FOTO STEFANO MARAGGIPiovono massi Una delle frane in provincia

Il lago d’Idro è stato fatto salire di 80 centimetri in 24 ore nel tentativo di contenere la piena del fiume Chiese che a valle ha comunque oltrepassato il livello di esondazione da Lavenone fino a Gavardo. Scantinati, garage, e alcune officine molto vicini all’argine sono stati allagati. I vigili del fuoco di Vestone ancora ieri mattina stavano cercando di pompare l’acqua fuori dai sotterranei dell’Italmark di Nozza di Vestone. Una famiglia con un bimbo piccolo è rimasta isolata in località Paline. Altre frane o piccoli smottamenti si sono verificate nel territorio di Capovalle, Treviso Bresciano, Lavenone, sulla strada della Degagna e su quella fra Valvestino e Gargnano.

Ore di apprensione

Quelle fra giovedì sera e la mattinata di venerdì sono state ore di passione per la Vallesabbia. Nel tardo pomeriggio di giovedì il Chiese ha cominciato a esondare in molti comuni, causando problemi anche alla viabilità. Sulla provinciale del Caffaro dalla montagna scorrevano rivoli d’acqua un po’ ovunque: il più impressionante a Lavenone dove una via laterale che scende di fianco alla farmacia si è improvvisamente trasformata in un torrente. Il sottopasso della 45 bis a Villanuova si è allagato, alcuni automobilisti sono rimasti in panne e la tangenziale è stata chiusa.

Il traffico, con il supporto degli agenti della polizia locale dell’aggregazione di Valle Sabbia, è stato deviato con apposita segnaletica in direzione di Villanuova-Roe' Volciano, ma ovviamente, soprattutto nella prima mattinata di venerdì si sono create code e rallentamenti. La 45 bis è rimasta chiusa con forti ripercussioni sul traffico. A peggiorare la situazione, rendendola quasi infernale, giovedì pomeriggio verso le 16 un tir, dopo aver urtato una macchina, si bloccato di traverso sulla strada fra Vestone e Barghe spaccando la valle in due. Il traffico è rimasto paralizzato per oltre 5 ore. Nella tarda mattinata di ieri la situazione è andata piano piano migliorando: a Gavardo il Chiese si è abbassato sotto il livello di esondazione di una ventina di centimetri e la viabilità ordinaria è tornata alla normalità. Verso le 13 è pure spuntato il sole risollevando un po’ gli animi, anche se il livello d’attenzione rimane alto.

L’allarme non è ancora rientrato

Nel lago d’Idro verso le 15 di ieri entravano 261 metri cubi d’acqua al secondo, un volume molto importante, e con tutte le paratie aperte, galleria dell’Enel compresa, ne uscivano circa 160i al secondo, che significa che il livello del lago probabilmente è destinato a salire ancora. La buona notizia arriva da monte, finalmente ieri in quota è scesa la prima neve riducendo l’afflusso di acqua ai torrenti. Restano le criticità Rimane critica la situazione della strada secondaria di Valle Dorizzo di Bagolino, che porta in Val Sanguinera.

Il collegamento è chiuso, il torrente omonimo ne ha portata via una parte, ed è concreto il rischio che frani ulteriormente. Ancora isolate le 20 persone residenti a Presegno, la frazione di Lavenone che dista dal paese una decina di chilometri, collegata da una strada su cui negli ultimi tre giorni si sono verificati 6 fra smottamenti e frane. «Per consentire il transito almeno alle auto più piccole – ha spiegato il sindaco di Lavenone , Franco Delfaccio- siamo riusciti a sistemare le stradina che scende verso Pertica Bassa». Certo non è sicuramente comoda, si tratta quasi di un sentiero, ma almeno c’è una via di fuga perché l’ultimo smottamento sulla strada principale è preoccupante e non sarà così veloce ripristinare la viabilità.

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