L’antico organo ha ritrovato la voce

di Alessandro Gatta
La tastiera dello strumento prima e dopo il delicato restauroL’organo della chiesa di San Lorenzo di Castrezzone: dopo 50 anni di silenzio è tornato a cantare
La tastiera dello strumento prima e dopo il delicato restauroL’organo della chiesa di San Lorenzo di Castrezzone: dopo 50 anni di silenzio è tornato a cantare
La tastiera dello strumento prima e dopo il delicato restauroL’organo della chiesa di San Lorenzo di Castrezzone: dopo 50 anni di silenzio è tornato a cantare
La tastiera dello strumento prima e dopo il delicato restauroL’organo della chiesa di San Lorenzo di Castrezzone: dopo 50 anni di silenzio è tornato a cantare

È rimasto in silenzio per più di 50 anni: adesso suona Bach e Vivaldi, Antegnati e Frescobaldi. E chissà quali altri ancora, e chissà per quanto tempo: continuerà a suonarli, tutte le domeniche e in tutte le giornate di festa. Tutti in piedi a Castrezzone: l’organo della parrocchia di San Lorenzo è tornato, eccome se è tornato. Senza far troppo rumore, già pronto all’uso dalle prime settimane dell’anno, ufficialmente inaugurato domenica scorsa (esibizione di Gerardo Chimini) davanti a centinaia di persone, arrivate soprattutto da fuori paese.

DA UN’IDEA di don Luigi Ghitti, parroco ormai da sei anni, con il supporto dei parrocchiani (non solo di Castrezzone, ma anche di Muscoline, qualcuno di Polpenazze e di altri paesi vicini) e degli Amici del Presepe, i «gnari» che da 18 anni realizzano il celebre presepe meccanico e che negli ultimi tre hanno devoluto tutto il ricavato alla parrocchia, proprio per il restauro dell’organo. Non è costato poco, anzi: più di 80mila euro e più di tre anni di lavoro. Soldi arrivati in parte dalla Cei e in parte dalla Regione Lombardia. «Anche se il grosso ce l’abbiamo messo noi – ammette don Luigi – con le offerte ordinarie dei fedeli».

Le mani sapienti degli artigiani della storica Inzoli-Bonizzi di Crema l’hanno rimesso a nuovo, completamente: la facciata, ricostruita secondo i metodi rinascimentali (l’organo risale al 1573, i dettagli qualche riga più avanti), la tastiera (non originale) anch’essa ricostruita, e poi la pedaliera, i registri e la «consolle a finestra», il somiere e i mantici, le canne in metallo (in larga parte hanno più di mezzo millennio di vita).

Sotto gli occhi attenti della Soprintendenza, e trepidanti dei cittadini: una lunga attesa, appunto più di 50 anni.

Non solo musica sacra per i fedeli, ma un vero pezzo di storia: l’organo di Castrezzone infatti risale al 1573, e non al XIX secolo come inizialmente si pensava. L’unico rimasto realizzato da Wilhelm Hertelmann, datato 1573.

UNA NOTIZIA che ha attirato sulla piccola frazione di Muscoline (poche centinaia di abitanti) gli occhi degli addetti ai lavori di tutta Europa: il libro che racconta i dettagli del restauro, appena pubblicato, pare sia già stato richiesto in Svezia e in Germania.

Hertelmann era fabbricatore d’organi tedesco: venne in Italia, o meglio a Brescia, per far concorrenza alla famiglia degli Antegnati, considerati i migliori artigiani del mondo.

Lo strumento venne costruito per la chiesa di Santa Marta a Brescia, in piazza Tebaldo Brusato, l’edificio che oggi ospita la caserma dei carabinieri.

Venne sconsacrato (e demolito) da Napoleone, e tutto ciò che conteneva venduto: così l’organo è arrivato a Muscoline, nel 1805. Ce n’era un altro a Brescia, fatto da Hertelmann (noto in Italia come Guglielmo del Duca): probabilmente distrutto, non ne è rimasta traccia. Fu la sua delizia, ma soprattutto la sua croce: morì in un incidente mentre lo stava costruendo.

«Le canne fanno cantare l’aria, elemento vitale – spiega don Luigi – Il respiro è il segno di vita di tutto ciò che vive. Ecco perché l’organo è così importante nelle chiese. Il canto non è un orpello, ma costituisce ogni celebrazione».

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