IL SUCCESSO ARCHEOLOGICO

Prevalle, tra Budellone e Büs dei lader si riscopre il mondo di 40 mila anni fa

di Alessandro Gatta
Segni di presenze umane risalenti al Paleolitico medio: c'era ancora l'uomo di Neanderthal. Sbalorditivi i resti di animali: bisonti, lupi, orsi, linci, persino iene e una rarissima sicista (piccolo roditore)
A Prevalle tracce umane e animali che giungono dal Paleolitico

La Valsabbia come miniera d’oro archeologica. A poche settimane dal ritrovamento di uno scheletro umano dell'Età del Ferro a Serle, i riflettori ora si accendono su Prevalle: la grotta del Büs dei Lader e un altro inedito sito del vicino monte Budellone diventano gli scrigni di nuovi e straordinari ritrovamenti. Resti ossei di animali millenari come bisonti, lupi, orsi, linci e iene, ma soprattutto una rarissima mandibola di sicista, un topolino delle betulle che oggi vive solo in ambienti freddi, come la tundra, testimonianza delle tracce dell'ultima grande glaciazione, nota come Würm. Non solo: sono stati recuperati reperti di utensili di fattura umana, tra cui una cosiddetta «lama d'orso» (che in Lombardia era stata trovata solo in un'altra occasione) e altre selci che risalirebbero al Paleolitico medio, più di 40 mila anni fa, i tempi dell'uomo di Neanderthal.

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Gli scavi archeologici

Gli scavi, a cura del Museo archeologico della Valsabbia (Mavs) di Gavardo in collaborazione con la Soprintendenza e con il supporto logistico del Comune di Prevalle, per ora hanno interessato il Büs dei Lader, che era già stato esplorato dal Gruppo grotte di Prevalle tra gli anni '50 e '60 (e aveva già regalato i primi reperti) e oggi ha rivelato nuovi segreti. «Lo scopo di queste ricerche - spiega il consigliere comunale Paolo Burlon, tra l'altro impegnato in prima linea negli scavi - era recuperare altri strumenti riconducibili al Paleolitico superiore, tra i 40 e i 10 mila anni fa: nel rimuovere le concrezioni rimaste sulle pareti sono stati trovati resti ossei di microfauna, ma anche di animali più grandi. La piccola sicista è rarissima: se ne contano solo una dozzina in tutto il mondo».

Tra il Büs del Lader e il Budellone un giacimento di reperti importantissimiUna tibia di bisonte: tantissimi i resti di animali, iene compreseLa paziente cernita dei materiali ritrovati in un lavoro sinergico con il Mavs di Gavardo e la Soprintendenza
Tra il Büs del Lader e il Budellone un giacimento di reperti importantissimiUna tibia di bisonte: tantissimi i resti di animali, iene compreseLa paziente cernita dei materiali ritrovati in un lavoro sinergico con il Mavs di Gavardo e la Soprintendenza

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I ritrovamenti lungo il sentiero

Ma è ancora più antico quanto recuperato lungo il cammino che porta alla grotta stessa: «Il Büs dei Lader di per sé era già un sito promettente - ammette Cristina Longhi della Soprintendenza - ma sul sentiero che porta alla grotta uno speleologo del Gruppo grotte di Gavardo ha individuato della selce. Un ritrovamento ancora più interessante, perché ora possiamo ipotizzare un accampamento risalente al Paleolitico medio». Gli scavi riprenderanno in ottobre, con il coordinamento di Marco Baioni, direttore del Mavs, dell'archeologo Nicolò Fasser, del paleontologo Fabio Bona (che ha già lavorato anche a Serle): le ricerche interesseranno sia la cavità del Büs dei Lader sia la nuova area al Budellone. «Mi piace sottolineare, come già a Serle - conclude Longhi - il grande interesse e la partecipazione dell'amministrazione comunale e di tutta la comunità. Per noi è una cosa che scalda il cuore: la tutela del patrimonio storico è ancor più significativa con l'aiuto di chi vive il territorio». 

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