Viadotti da ricollocare e alternative malriuscite Sul Caffaro è tutto fermo

di M.ROV.
Il vecchio ponte sul Caffaro accanto al nuovo rimasto al palo
Il vecchio ponte sul Caffaro accanto al nuovo rimasto al palo
Il vecchio ponte sul Caffaro accanto al nuovo rimasto al palo
Il vecchio ponte sul Caffaro accanto al nuovo rimasto al palo

Esigenze di tutela, proiblemi viabilistici ed errori progettuali si mescolano nel paralizzare una soluzione necessaria per il ponte sul Caffaro nell’omonima frazione lacustre di Bagolino: l’unico collegamento fra le province di Brescia e Trento. Ma forse, finalmente, in questa vicenda si profila una svolta Inizialmente quest’opera, risalente all’impero austroungarico, doveva essere integrata in una rotatoria per snellire il traffico di confine. L’ipotesi iniziale è poi diventata un «raccordo anulare asimmetrico» per volere della Sovrintendenza, che ha imposto di conservare intatta la vecchia struttura in ferro. I lavori, finanziati con 3 milioni e 711 mila euro dei fondi ex Odi, sono iniziati tre anni fa, ma sono proseguiti a singhiozzo. Ora però una nuova conferenza di servizi dovrebbe sbloccare la situazione. I problemi di questo progetto sono stati da subito numerosi. Dopo un’attenta verifica si è scoperto che il viadotto storico è in pessime condizioni strutturali, non più adatto a sostenere il traffico. Così è iniziato un tira e molla che ancora non si è concluso. Di fronte all’evidente impossibilità di mantenerlo dove era, la Sovrintendenza ha chiesto di trovare un’altra destinazione per il vecchio ponte, ma ancora il posto giusto non è stato individuato. ADESSO, probabilmente anche a fronte degli ultimi drammatici eventi di Genova, dopo alcuni mesi di stasi il piano è stato ripreso e presumibilmente prima dell’inverno prossimo si terrà la conferenza di servizi decisoria che si occuperà del «Progetto definitivo di allargamento statico e sismico del vecchio impalcato all’interno dell’intervento di realizzazione di una rotatoria al chilometro 55,80 della strada provinciale 237 del Caffaro in prossimità del confine fra le province di Brescia e Trento». Insomma: si intravede una luce in fondo al tunnel mentre l’unico passaggio sul Caffaro disponibile continua ovviamente a essere ufficialmente pericoloso, pur rimanendo al suo posto a sostenere quotidianamente un traffico davvero notevole che è stato stimato in settemila veicoli al giorno, un terzo dei quali pesanti, con punte che toccano quota tredicimila.

Suggerimenti