Caritas, i pacchi
alimentari fanno
«respirare» le famiglie

di Laura Piardi
Il magazzino per la raccolta alimentare della CaritasLa solidarietà della Caritas copre molteplici ambiti
Il magazzino per la raccolta alimentare della CaritasLa solidarietà della Caritas copre molteplici ambiti
Il magazzino per la raccolta alimentare della CaritasLa solidarietà della Caritas copre molteplici ambiti
Il magazzino per la raccolta alimentare della CaritasLa solidarietà della Caritas copre molteplici ambiti

Tempo di bilanci per la Caritas di Gardone Val Trompia, un’istantanea del 2019 che racconta di nuove e vecchie povertà. Numeri e dati che fotografano con precisione il disagio di chi fa sempre più fatica ad arrivare a fine mese. Nell’arco dell’anno sono stati distribuiti 614 pacchi alimentari in aiuto di 2313 persone, 636 nel 2018, un dato sostanzialmente stabile. Agli italiani ne sono andati 203 (33,06 %) con un aumento rispetto allo scorso anno quando furono 184 (29%). A SEGUIRE le nazionalità che hanno ricevuto più pacchi sono state: Marocco (22,15%) e (11,24%) Senegal. Nel periodo di attività della Caritas (dal 2011 al 2019) i pacchi alimentari distribuiti sono stati 6569, oltre il 30 per cento dei quali sono andati sempre agli italiani, a conferma delle difficoltà in cui si dibattono non solo le popolazioni immigrate. Per quanto riguarda il vestiario, sono stati consegnati capi di abbigliamento a 334 persone. Il microcredito ha visto presentate dall’agosto 2014 a dicembre 2019, 85 domande e finanziate 70 per un totale di quasi 200 mila euro. Tutti coloro che ne hanno beneficiato stanno restituendo quanto ricevuto. A dimostrazione del fatto che il sistema funziona ed è in grado di generare circuiti stabilmente virtuosi. Accanto al microcredito è stato istituito il prestito «speranza», per sostenere le difficoltà economiche transitorie delle famiglie e promuovere nuove iniziative imprenditoriali. In merito alla ricerca del lavoro sono state raccolte 9 domande, che sommate a quelle degli anni precedenti toccano quota 271. «Dal mese di dicembre 2016 - spiegano Efrem Panelli e Giambattista Tanfoglio - dopo i contatti con la Caritas di Brescia sono state 90 le persone senza lavoro inserite nel progetto diocesano rivolto al sostegno e all’occupazione ed il Comune prosegue l’affiancamento, contribuendo al versamento di contributi alla ditta che assumerà lavoratori a seconda della tipologia del contratto. Tuttavia, vi è stato un calo nelle domande in seguito all’entrata in vigore del reddito di cittadinanza». Nel tempo si è registrato un calo della consegna dei pacchi, legato all’abbassamento dell’Isee (fino a 6000 euro) in quanto Caritas non riesce ad incrementare ulteriormente la disponibilità per mancanza di fondi. Alcune iniziative come la raccolta dei farmaci da banco o la raccolta di alimenti hanno dato ottimi risultati. Infine, nel 2019 sono state undici le schede compilate dal centro d’ascolto, al quale per lo più si sono rivolti italiani, seguiti da senegalesi, marocchini e moldavi. Negli ultimi anni sono state raccolte 316 schede totali che hanno visto sempre al primo posto gli italiani (26,58%). • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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