Dietro la villetta di famiglia spunta un roccolo clandestino

Uno scorcio del roccolo clandestino trovato sul territorio di PolavenoUn frosone catturato nell’impianto di San Giovanni
Uno scorcio del roccolo clandestino trovato sul territorio di PolavenoUn frosone catturato nell’impianto di San Giovanni
Uno scorcio del roccolo clandestino trovato sul territorio di PolavenoUn frosone catturato nell’impianto di San Giovanni
Uno scorcio del roccolo clandestino trovato sul territorio di PolavenoUn frosone catturato nell’impianto di San Giovanni

Non è servito collocare una recinzione alta un paio di metri, e neppure nascondere l’impianto con una seconda barriera ottica più interna rappresentata da una siepe fittissima e alta. La mimetizzazione era perfetta, ma i richiami veri e registrati degli uccelli (anche protetti) hanno fatto la differenza, permettendo ai carabinieri forestali del Soarda di scoprire in pochi giorni un secondo, clamoroso impianto per l’uccellagione clandestina dopo quello individuato sui monti di Lumezzane. Il nuovo colpo, i militari impegnati nell’Operazione pettirosso 2022 lo hanno fatto giorni fa a San Giovanni di Polaveno, nell’area privata «blindata» alle spalle di una villetta in collina. Hanno scoperto un sistema di sei reti (per decine di metri di lunghezza) tese tra tubi in acciaio telescopici; decine di richiami vivi in larga parte protetti (frosoni, lucherini e passere scopaiole, oltre e numerosi tordi); un vero roccolo con tanto di «spauracchi» azionabili da carrucole per spaventare i volatili attratti dai conspecifici e da una irresistibile pozza in cemento piena d’acqua e spingerli nelle reti; chili di bacche di sorbo e sambuco appese su alberi e cespugli; grasso per facilitare l’inserimento sulle zampe degli esemplari catturati illegalmente degli anellini di riconoscimento distribuiti senza problemi, e neppure controlli, da diversi enti ornitologici a chi si presenta come allevatore. C’erano anche le prede di giornata - pettirossi e lucherini - che il roccolatore clandestino (nell’impianto di cattura c’era anche il suo fucile), aveva appena catturato e ucciso, e un sistema di fili e diffusori per sparare il canto registrato di diverse specie. Insomma: un’altra testimonianza diretta di quale sia la principale fonte di rifornimento del mercato degli uccelli vivi destinati a diventare richiami per la caccia da appostamento; e di quelli immessi nel circuito degli spiedi illegali. Almeno a San Giovanni, però, oltre che a Lumezzane, la filiera si è interrotta. Con una denuncia multipla a carico del cacciatore uccellatore e col ritorno in libertà di molti piccoli migratori costretti a interrompere il viaggio.•. P.Bal.

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