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Gardone, un convegno per parlare di ricerca, prevenzione e cura

di Laura Piardi

Nel tardo pomeriggio del 20 marzo la sede di Comunità montana di Valle Trompia, a Gardone ha ospitato il convegno “Ricerca scientifica a servizio dell’umanità: prevenzione, diagnosi e cura”. Grazie all’incontro tra Raffaella Franzoni, responsabile della delegazione bresciana di Fondazione Umberto Veronesi Ets e Mario Mari, presidente dell’associazione Valtrompiacuore con sede a Gardone Val Trompia, che rappresenta anche Fondo Or.ma famiglia Mari-Basso, Fondo solidarietà sociale Pierluigi Mari realtà fortemente radicate sul territorio e da sempre impegnata nel promuovere e sostenere progetti finalizzati al miglioramento della salute delle persone, è stato possibile promuovere questo evento. L’incontro, ha trovato il patrocinato dalla Comunità montana di Valle Trompia.

Gli interventi

“La nostra Comunità montana - ha dichiarato Gianmaria Giraudini presidente assemblea dei sindaci ambito Valle Trompia - è forte e intensa. Siamo dei fan di Mario Mari per tutto quanto ha fatto in questi anni. E naturalmente siamo onorati di ospitare la Fondazione Veronesi una realtà così importante e ben operante”.

A seguire l’intervento di Nicola Pagnoni direttore del reparto Cardiologia/Riabilitazione al presidio ospedaliero di Gardone Val Trompia e direttore scientifico dell’associazione Valtrompiacuore: “Quest’anno la nostra associazione festeggia i vent’anni ed in questo lasso di tempo si è fatto molto. Dalle borse di studio, all’informazione e prevenzione cardiovascolare sia nelle scuole, che attraverso incontri sul territorio, progetti di prevenzione per i lavoratori, l’acquisito di strumentazione sanitaria. Ed ora sono state consegnate due borse di studio per la Fondazione Veronesi, una per Davide Capoferri mentre l’altra ad Alessandra Marinelli. I due ricercatori, finanziati dall’associazione Valtrompiacuore e selezionati attraverso l’annuale bando pubblico di Fondazione Veronesi, lavorano entrambi in ambito oncologico”.

“A Gardone - ha ricordato Maria Rosa Cristinelli, direttrice del reparto di Radiologia del presidio di Gardone - dal 2012 è presente un attività preventiva molto importante, con servizio di ematologia ed oncologia. Gardone aderisce a partire dal 1987 al protocollo di screening senologico uno dei nostri fiori all’occhiello, in quanto moltissime donne aderiscono. Prima, gli screening erano destinati ad una fascia d’età compresa tra 50-69 ora la fascia si è ampliata, e vengono invitate donne dai 45 ai 74 anni. L’attività è raddoppiata: prima si rivolgevano a noi circa 3000 donne ora tocchiamo quota quasi 6000. Inoltre facciamo parte della breast unit. Tutto questo è stato possibile grazie a Fondazione Beretta: le donne della Valle devono godere delle stesse possibilità delle donne nelle città, sostengono dalla Fondazione. Trasmettiamo inoltre i progressi della ricerca, applicandoli ai nostri pazienti. Con il tempo sono state coinvolte anche Fondazione Berlucchi e Valtrompiacuore che ci hanno supportato nell’acquisto di apparecchiature mediche”.

“Sostenere la ricerca scientifica - ha dichiarato il professor Paolo Veronesi, presidente di Fondazione Umberto Veronesi Ets, direttore programma di senologia all’Istituto europeo di oncologia di Milano e professore ordinario in chirurgia all’Università degli Studi di Milano - è un impegno costante e collettivo che ha come obiettivo quello di dare un contributo concreto per migliorare la vita delle migliaia di persone malate e spesso guarirle. Grazie alla ricerca, moltissime forme di tumore, sono oggi curabili e guaribili, anche se la miglior arma resta la prevenzione con corretti stili di vita e controlli medici periodici. Sostenere la ricerca scientifica d’eccellenza è un investimento futuro: una popolazione sana consente un importante risparmio. Ringrazio l’associazione Valtrompiacuore con la quale siamo nati quasi in concomitanza, per aver deciso di finanziare il lavoro di due eccellenti ricercatori selezionati da Fondazione Veronesi e impegnati quotidianamente per individuare soluzioni di cura innovative per i pazienti di oggi e di domani”.

Sostenere borse di studio, aiuta ad evitare la cosiddetta “fuga di cervelli”. I ricercatori vanno all’estero a lavorare, dopo che si sono formati gratuitamente in Italia, e ne beneficiano le istituzioni straniere visto che nel nostro non hanno vita facile tra precarietà e sfiducia. E’ molto importante anche la collaborazione tra pubblico e privato, per guarire le persone. “La ricerca - ha aggiunto il professor Veronesi - è l’obiettivo principale della Fondazione, ma non l’unico; è inoltre fondamentale la corretta divulgazione scientifica: la popolazione deve essere informata e cosciente per prendere decisioni razionali, perché le nuove scoperte non sono fine a se stesse”.

I progetti

Al fine di divulgare correttamente sono stati fatti progetti con le scuole, per educare i bambini alla prevenzione e a corretti stili di vita, con le aziende, incontri con la cittadinanza e la pubblicazione di un magazine. “Il tumore - ha proseguito Veronesi - è un'emergenza da 180 mila morti l’anno e la stima dei nuovi casi di tumore in Italia è in crescita, si è passati dalle 376 mila diagnosi del 2020 alle 395 mila del 2023, registrano un 4,89% in più di incidenza. Ma la notizia positiva è che nonostante l’aumento dei casi nel nostro paese oggi, ci sono 3,6 milioni di persone che vivono, grazie ai progressi della ricerca, dopo aver avuto una diagnosi di tumore. Sono il 37% in più rispetto a 10 anni fa. Questo dato è legato ad una rivoluzione nelle tecniche chirurgiche, nell’uso sempre più preciso di nuovi farmaci, nuove cure e nella prevenzione. Oggi è possibile tenere sotto controllo tumori importanti come fossero una qualsiasi, malattia cronica. Per molte di questi tumori c’è un ottima speranza di guarigione”.

Da segnalare che nel nord d’Italia lo screening funziona molto bene. Nel centro e nel sud molto meno. L’aumento dei tumori, è un problema sempre più importante da affrontare e con risorse giuste. Finanziare la ricerca ha un ritorno importante non è un costo. “Ogni paese - conclude Veronesi - dovrebbe investire circa il 3% del Pil. In Italia siamo fermi all'1,43%”.

 

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