L’addio a Roberta e Roberto uniti anche nell’ultimo viaggio

Un doppio dolore nel pomeriggio di Ponte Zanano L’uscita dei due feretri al termine della cerimonia funebre nella chiesa di Cristo Re
Un doppio dolore nel pomeriggio di Ponte Zanano L’uscita dei due feretri al termine della cerimonia funebre nella chiesa di Cristo Re
Un doppio dolore nel pomeriggio di Ponte Zanano L’uscita dei due feretri al termine della cerimonia funebre nella chiesa di Cristo Re
Un doppio dolore nel pomeriggio di Ponte Zanano L’uscita dei due feretri al termine della cerimonia funebre nella chiesa di Cristo Re

A varcare per primo l’ingresso della chiesa parrocchiale di Cristo Re, a Ponte Zanano di Sarezzo, è stato il feretro di Roberta Brognoli, 57 anni, ricoperto di fiori bianchi. Poi e arrivato il turno di quello del marito 52enne Roberto Comelli, che invece è stato accompagnato davanti all’altare da una composizione di rose rosse e altri fiori bianchi. Nessuna fotografia per ricordarli, se non all’ingresso, come a rappresentare la volontà di presentarli come una cosa sola e indivisibile. Poi insieme, l’uno accanto all’altra nell’ultimo viaggio davanti all’altare e al vicario dell’Unità pastorale saretina don Valmore Campadelli, e infine sui carri funebri per ricevere sul sagrato l’estremo saluto di familiari e amici. È un fatto eccezionale ritrovarsi per un doppio, drammatico addio, e così lacrime e commozione non sono mancate, ieri, durante la cerimonia funebre per una coppia che si era unita in matrimonio solo un mese fa, nel municipio di Sarezzo e a due passi dall’abitazione di via della Fonte, a Ponte Zanano, dove da un anno i due avevano iniziato un nuovo percorso di vita insieme superando i precedenti e rispettivi divorzi. Un matrimonio brevissimo, interrotto da un dramma. Dallo schianto avvenuto lunedì scorso, da un destino tragico che si è messo di traverso alla loro unione manifestandosi nell’incidente in motocicletta avvenuto in Svizzera che li ha strappati agli affetti, a un futuro pieno di progetti e passioni. Il padre di lui, Emilio, e la figlia di lei, Sharon (quest’ultima proprio l’8 agosto, il giorno dell’incidente, ha compiuto 28 anni straziata dal dolore) non riescono a darsi pace per aver perso i loro punti di riferimento. Ma il dolore è anche quello dei colleghi di Roberto dell’Iveco di Brescia, dove lavorava da trent’anni, arrivati a Sarezzo per dirgli addio, e quelli di Roberta che, dopo essersi trasferita da giovanissima da Pavia a Marcheno, da anni lavorava come addetta alle pulizie nella casa di riposo «Beretta» di Gardone. Qualcuno è entrato in chiesa con l’abbigliamento da motociclista a sottolineare la passione, purtroppo fatale, della coppia. «Qui siamo Sarezzo, Marcheno, la casa di riposo e l’Iveco, siamo tutti uniti idealmente e realmente per un momento di dramma - ha sottolineato don Valmore nell’omelia -. Ci troviamo davanti a due bare appaiate e contraddistinte dallo stesso drammatico destino. Ma li accomuna anche l’amore grande e felice che avranno per sempre l’uno per l’altra». La figlia di Roberta, Sharon, non vedeva l’ora di celebrare il battesimo di uno dei figli piccoli per il quale la madre si era preparata: «Li conoscevamo da un anno e mezzo - ha aggiunto il sacerdote -. Roberto, appassionato di moto veniva qui in Valtrompia e Roberta aveva trovato la sua armonia, la sua felicità. Ma tutto questo continuerà, sappilo Sharon. Sono morti il giorno del tuo compleanno, è uno dei tanti segni che ci vengono lasciati: ora quel giorno non dovrà essere il ricordo della morte, ma della rinascita al cielo. Domani li ricorderemo in una messa». Poi è rimasto spazio solo per il silenzio, per i feretri adagiati nei carri l’uno accanto all’altro e in mezzo il pensiero di don Valmore prima dell’ultima carezza; prima di lasciarli andare verso un nuovo percorso insieme. •.

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