IL CASO

L'Inps chiede a un malato di Sla bresciano di restituire mille euro

di Redazione Web
E' l'assegno di accompagnamento per i due mesi in ospedale, durante i quali è stata però necessaria l'assistenza della moglie 24 ore su 24
L'immagine che Carlo Antonini ha pubblicato sul suo post
L'immagine che Carlo Antonini ha pubblicato sul suo post
L'immagine che Carlo Antonini ha pubblicato sul suo post
L'immagine che Carlo Antonini ha pubblicato sul suo post

«Non voglio niente ma solo spiegare certi paradossi che un disabile è costretto ad affrontare». Sono le parole di Carlo Antonini, bresciano di Sarezzo affetto da Sla al quale l'Inps ha chiesto di restituire 1000 euro di assegno di accompagnamento per i due mesi trascorsi in ospedale nel 2021.

Stando a quanto si legge sul profilo Facebook dell'uomo, che attualmente parla solo attraverso un visore, saranno trattenuti 50 euro al mese dalla pensione in 24 rate mensili perché per il periodo che ha trascorso al Niguarda di Milano nel 2021 la moglie, che lo assiste 24 ore 24, non aveva diritto al contributo.

 

«Se uno che prende l'accompagnamento va in ospedale e il grave lavoro di assistenza della famiglia passa all'ospedale, è giusto che per il periodo di degenza non prenda l'accompagnamento. Ma per un malato come me, che ha bisogno di una persona sempre vicino, che fa fare una carta dall'ospedale spedita all'Inps, questa carta poi vale se al massimo stai in ospedale 29 giorni? Senza dire i costi pagati da mia moglie, circa 850 euro per il cibo», è il pensiero di Antonini.

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