La morte di Edmondo
Bertussi lascia la
Valtrompia più povera

Una bella immagine di Edmondo Bertussi con l’inseparabile   moglie Maria LuisaEdmondo nel giorno del suo 77esimo compleanno
Una bella immagine di Edmondo Bertussi con l’inseparabile moglie Maria LuisaEdmondo nel giorno del suo 77esimo compleanno
Una bella immagine di Edmondo Bertussi con l’inseparabile   moglie Maria LuisaEdmondo nel giorno del suo 77esimo compleanno
Una bella immagine di Edmondo Bertussi con l’inseparabile moglie Maria LuisaEdmondo nel giorno del suo 77esimo compleanno

Nel dolore immenso della figlia Barbara, anche lei firma del nostro giornale, c’è un po’ di sollievo: le deriva dal fatto che suo padre è morto mentre stava facendo la cosa che gli piaceva di più; raccontare quella Valtrompia nella quale ha vissuto e per la quale ha vissuto. Edmondo Bertussi se n’è andato improvvisamente ieri, colpito da un arresto cardiaco al termine della presentazione di un libro - «La Valle dei sogni» - e di un pacchetto di cantieri per lo sviluppo. Si è accasciato durante il buffet successivo alla «milionesima» conferenza stampa della sua lunga carriera di giornalista attento, scrupolosissimo e sempre entusiasta, animato da una passione contagiosa per la cronaca del quotidiano, per la critica politica e per la ricerca storica ed etnografica. IL CUORE lo ha abbandonato a 77 anni nella sede della Comunità montana di Gardone Valtrompia, e le manovre per rianimarlo di un soccorritore presente casualmente tra gli addetti al catering, come quelle dell’equipaggio dell’ ambulanza arrivata dall’ospedale vicino, non sono servite a nulla. Il suo ultimo articolo è rimasto abbozzato nella «scrittura orribile» (lo dice la figlia) dei suoi appunti sul taccuino. Gli ultimi appunti di un cronista che ha contribuito a fare la storia di Bresciaoggi, che non ha mai avuto paura di dire e di scrivere cose scomode e che non ha mai rinnegato l’eredità morale di un’Italia che oggi sembra passata di moda. Parlare al telefono con Edmondo, per concordare con lui contenuti e misure dei suoi servizi, era un’esperienza straordinaria. E non solo per la sua incontenibile propensione al racconto fatta di premesse, approfondimenti, deviazioni e scenari possibili. Era terribilmente logorroico, insomma, ma trascinante nel parlarti con emozioni ovviamente altalenanti di un progetto di valorizzazione della sua valle oppure della grettezza di una politica spesso non all’altezza della sua funzione di servizio alla comunità. Figlio di un partigiano garibaldino (a Francesco Bertussi è dedicata la scuola media di Marcheno) assassinato in circostanze non chiarissime nel 1944, Edmondo aveva preso molto seriamente il sacrificio del padre per la libertà e la democrazia, e aveva fatto dei migliori valori rinati con la Resistenza il suo manuale esistenziale. COME RICORDA la figlia Barbara, Edmondo definiva il padre «il grande faro» della sua vita, e non abbassava mai la guardia di fronte alle piccole e grandi involuzioni di un Paese che dimentica troppo facilmente la storia. Dalle pagine di Bresciaoggi ha raccontato con emozione e amore autentico della riscoperta di tradizioni e monumenti, dei primi esperimenti poi consolidati di un rilancio turistico fatto di neve, biciclette, siti storici recuperati e manifestazioni gastronomiche. Sempre puntuale e molto, molto concreto; come poteva esserlo solo un bancario: la sua professione principale. Al lavoro per decenni nelle sedi del «Cab» (oggi gruppo Ubi banca) di Gardone, Tavernole, Collio e infine - da direttore di filiale - di Villa Carcina, ha sempre saputo fondere gli impegni professionali con la vocazione giornalistica, senza dimenticare di essere un punto di riferimento per la sua magnifica famiglia formata dalla moglia Maria Luisa e dai figli Francesco, Barbara e Marta (e oggi da un buon numero di nipoti). Riusciva anche a coltivare la sua immensa passione per la montagna: ogni tanto, nelle nostre caselle di posta elettronica appariva qualche splendida istantanea da lui colta durante un’uscita scialpinistica, magari bruscamente interrotta per scendere a valle e occuparsi di una vicenda di cronaca nera che, pur nel suo rispetto reverenziale per il dolore altrui, riusciva sempre a ricostruire alla perfezione. E, sempre parlando di montagna, la moglie ricorda che proprio recentemente era riuscito a sistemare la strada d’accesso alla baita sopra Aleno ereditata dal padre, e che finalmente poteva occuparsi meglio della manutenzione del bosco che la circonda. ALLA SUA VALLE, che certamente, come noi, lo ricorderà come una persona di valore, ha lasciato anche una bellissima raccolta di ritratti umani, «Gente Triumplina», poi aggiornata con una ristampa e tante altre storie ad arricchirla. Al resto del mondo ha lasciato un ultimo gesto di compassione e di generosità: la famiglia ha autorizzato l’espianto delle cornee, che verrà effettuato stamane nell’ospedale di Gardone. Poi, nel pomeriggio la salma verrà trasferita nella casa del commiato Marchesini, sempre a Gardone, in attesa del funerale che, non ancora fissato, dovrebbe essere celebrato lunedì. Cosa dire ancora? Ciao Edmondo, ci mancherai troppo. •

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