Rincari delle materie prime e nodo bonifiche Il percorso è a ostacoli

Sul cammino della mega infrastruttura pesano una serie di incognite
Sul cammino della mega infrastruttura pesano una serie di incognite
Sul cammino della mega infrastruttura pesano una serie di incognite
Sul cammino della mega infrastruttura pesano una serie di incognite

La variante al progetto di Concesio risolve solo una delle tante criticità che ancora incombono su quel che resta dell’Autostrada della Valtrompia, al netto dell’incognita legata ai costi, diventata una variabile impazzita alla luce del generalizzato e pauroso rincaro delle materie prime, delle infrastrutture per i cantieri, dell’energia e degli oneri per lo smaltimento delle terre da scavo. L'incremento dell'investimento, passato da 160 a 220 milioni di euro, come ha ammesso la Salc negli incontri dei tavoli di consultazione sulla mega infrastruttura, consente a malapena di colmare il gap finanziario legato alla prima ondata di rincari delle materie prime. Il capitolato insomma è ingessato e ogni variazione di costi rischia di bloccare i lavori. Da sciogliere c’è poi il nodo dei terreni contaminati, ancora in attesa di un piano di bonifica. L’area interessata dai lavori è un cimitero di scorie senza soluzione di continuità, «dove si trova un po’ di tutto - ha ammesso lo stesso vicepresidente della Provincia Guido Galperti in occasione della presentazione del bilancio operativo del Broletto sul fronte dell’ambiente -. Prima del 1985 ognuno faceva quel che voleva, e questi sono i risultati: abbiamo ereditato un ambiente che fa schifo, e stiamo cercando di risanarlo». Dalle comunicazioni tra Anas e sindaci emerge una serie di problematiche complesse per il raccordo autostradale di 7 chilometri tra Concesio e Sarezzo. In via Mazzini a Villa Carcina, dove verrà realizzata la galleria, i cantieri passeranno nel piazzale della scuola, sfiorando il muro dell'edificio. I tecnici dovranno trovare soluzioni per non interferire sull'accesso degli alunni. Senza contare che l'apertura dei diaframmi provocherà vibrazioni e inquinamento acustico. All'imbocco di Sarezzo sono ancora da affrontare tutte le problematiche ambientali, con l'ipotesi reale di trovare altri siti contaminati. La presenza dell'azienda Ottoman sulla traiettoria del tracciato è un'altra strettoia operativa: i cantieri avranno ricadute sull'attività dell'azienda? E, sempre a Sarezzo, i proprietari delle aree teatro dei lavori preliminari sono già sul piede di guerra: affermano che in alcuni lotti si è iniziato a picchettare senza che fosse stata trasmessa la documentazione e temono gli effetti del terreno inquinato rimosso dai mezzi d'opera. C'è poi l'impianto di betonaggio previsto a Codolazza. Rumori, polveri e inquinamento renderanno difficile la convivenza tra lavori e residenti. Delicata la questione dell'inquinamento acustico: nei 13 scenari simulati, il rumore raggiunge anche i 70 decibel, vicino ad aree sensibili. Basteranno le barriere fonoassorbenti a mettere la sordina al frastuono? Stando ai mappali dell’area cantieri, c’è ancora un certo numero di privati che non sono stati ancora avvisati delle procedure di esproprio. C’è infine la questione del subappalto a cui l’Anas, che si è opposta, sia pure in modo parziale, all’autorizzazione di un subappalto da parte di Salc che aveva chiesto, con motivo di urgenza, l’autorizzazione ad affidare alla Cristiano Group l’esecuzione delle opere strutturali speciali realizzare all’imbocco di Lumezzane. Un intervento prologo alla successiva esecuzione della galleria che costituisce l’opera principale del raccordo. Anas «ha opposto un diniego parziale in quanto il ribasso operato dal subappaltatore per la posa in opera è superiore al 20%». Il Tar a cui si era rivolta la Salc ha delegato il giudizio al tribunale civile. La bretella dovrebbe vedere la luce in 1.650 giorni. Ma il traguardo sembra ancora lontano. C.Reb.

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