Un viaggio millenario nella «Valle del ferro»

La data è fissata: dopo gli ultimi allestimenti, il 21 luglio alle 10,30 nel Broletto di Mondaro, uno splendido edificio che ha scandito per secoli gli eventi di Pezzaze, verrà inaugurato il Museo archeologico della Valtrompia. Sarà una raccolta delle memorie del territorio; una vetrina di materiali che riportano fino al Paleolitico. L’idea progettuale è riassunta nell’acronimo «Orma»: O sta per officina, quale tributo alla Via del ferro; R è Radici del territorio; M è museo e A sta ovviamente per archeologia. Si realizza così con sindaco Oliviero Gipponi un sogno che quasi cinquant’anni fa era stato concepito e poi tenacemente inseguito da Sergio Richiedei, più volte sindaco e amministratore dal passo lento e sicuro. ERA STATO lui, negli anni Settanta del Novecento, a convincere il consiglio comunale ad acquistare la Torre e a restaurarla facendola diventare il Museo etnografico che ora ospita la collezione di Costanzo Caim donata dalla famiglia del ricercatore. Rimaneva il Broletto, sempre più bisognoso di cure: circa 250 metri quadrati su quattro piani con interni straordinariamente luminosi. Qui nell’alto Medioevo si riunivano i capifamiglia delle vicinie per prendere decisioni ed eleggere consoli, consiglieri ed esecutori civici. Sempre qui, probabilmente, si discussero gli Statuti del 1318. Ancora una volta Richiedei convinse la sua maggioranza ad acquisire l’edificio e nel 2010 si avviarono i primi restauri conservativi. Nel 2016 il colpaccio del finanziamento della Fondazione Cariplo. I contenuti del museo? Al piano terra un info point sulle attrattive a 360° della valle, e nella stanza esterna vicina la parte neolitica. Poi, nella sala del Camino un tavolo touch screen sui reperti ospitati dal primo e dal secondo piano, relativi all’età del Bronzo, del Ferro e alla romanizzazione. •