Charlotte, figlia d’arte Sua la voce di «Dory»

La doppiatrice più piccola d'Italia, Charlotte Infussi D'Amico
La doppiatrice più piccola d'Italia, Charlotte Infussi D'Amico
La doppiatrice più piccola d'Italia, Charlotte Infussi D'Amico
La doppiatrice più piccola d'Italia, Charlotte Infussi D'Amico

Al 75esimo Festival di Venezia Charlotte Infussi D’Amico, la doppiatrice più piccola d’Italia, sfilerà sul red carpet mano nella mano con Luciano De Ambrosis, ex bambino prodigio del Neorealismo italiano (fu protagonista di “I bambini ci guardano”) e oggi voce di Sean Connery. Un’immagine poetica per raccontare quasi 90 anni di doppiaggio. Dopo il successo dell’appuntamento dello scorso anno, 40mila visualizzazioni e più di mille like sulla pagina della Biennale, il mondo del doppiaggio torna al Festival di Venezia con cinque appuntamenti in uno: la mostra interattiva AttorInvoce, l’incontro all’Hotel Excelsior con Luciano De Ambrosis e Charlotte Infussi D’Amico; la presentazione della rivista ‘O Magazine; la consegna del premio Voci d’O - Senti chi parla; l’esibizione dei Doliwood, gli irresistibili doppiatori dei film parodia in dialetto veneto. L’appuntamento è oggi, dalle 14 alle 16, all’Hotel Excelsior - Padiglione della Regione Veneto. La baby doppiatrice Charlotte Infussi D’Amico, 7 anni è una figlia d’arte: la madre Domitilla D’Amico è infatti la voce di Scarlett Johanson. Charlotte ha debuttato a tre anni in “Maleficent” dando la voce a Vivienne Jolie-Pitt, figlia di Angelina Jolie e Brad Pitt. Ha già interpretato cartoon, fantasy, commedie e persino horror dando voce a bambine e bambini. È stata il pesciolino Dory da piccolo nel film Pixar in “Alla ricerca di Dory”, e Florence Clery in “La luce degli Oceani”. Assieme agli altri dopiattori, sfilerà sul red carpet alle 19 al Palazzo del Cinema. La mostra interattiva Attorinvoce è dedicata al mondo del doppiaggio ed è curata da Maurizio Pittiglio: attraverso un code applicato sul pannello è possibile ascoltare la voce dei doppiatori. Voci d’O, d’O come dOppiaggio, d’O come “d’Oro”, d’O come di “O Magazine”. La rivista per cacciatori di futuro si presenta con trenta pagine dedicate alla cinematografia, al doppiaggio e alle sue storie al Festival del Cinema di Venezia. O come orizzonte. O come opportunità. O come osservare, O come oltre. O come oppure. ‘O Magazine è una rivista che punta a disegnare la mappa di un mondo ancora indefinito. Fatto non di fazioni contrapposte, gruppi di potere o folle chiassose, ma di individui. Questa tendenza alla “cartografia” è il suo tratto distintivo. Come le illustrazioni di Andrea Aste, che sono la particolarità di un mensile in cui si torna ad un giornalismo di narrazione, con storie da tutto il mondo tutte da scoprire.

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