Acquafredda
nuovi arrivi?
Il tam tam
è insistente

Nelle ultime ore si sono moltiplicate le telefonate al sindaco e ai consiglieri comunali di Acquafredda, dopo che alcuni residenti hanno notato nel tardo pomeriggio di due giorni fa «strani movimenti» in un’abitazione di via Rossini, nelle vicinanze dell’oratorio parrocchiale.

«STANNO PORTANDO diversi letti, anche a castello», ha raccontato una signora che abita in quella strada. Il pensiero, considerando ciò che sta avvenendo nelle ultime settimane nella Bassa bresciana, va subito all’arrivo di nuovi migranti. Altri richiedenti asilo ad Acquafredda dopo le 9 giovani nigeriane e gli 8 ragazzi africani che vivono in un appartamento da diversi mesi.

«Per il momento non abbiamo nessuna conferma per quanto riguarda l’arrivo imminente di profughi in paese», ha però affermato il primo cittadino Alessio Guerreschi. Già, ma i dubbi della cittadinanza non sono del tutto infondati e c’è chi ritiene probabile la destinazione dell’edificio ad altri profughi.

L’abitazione di via Rossini dove è stato notato un via vai frequente è stata acquistata il 14 settembre dall’imprenditore che ha già provveduto all’accoglienza delle ragazze nigeriane alloggiate in via della Repubblica e insieme alla sorella e allo zio sono riusciti a farsi affidare tra i 250 e i 300 migranti in tutta la provincia di Brescia. Questa volta, però, l’imprenditore ha deciso di acquistare la casa di circa 80/90 metri quadri per 53 mila euro. Probabile che dopo qualche lavoro dia la disponibilità alla Prefettura di Brescia per ospitare altri profughi.

Intanto nell’ultimo Consiglio comunale di Acquafredda l’esponente dell’opposizione Pasquale Moffa, per evitare una vera e propria degenerazione del fenomeno che si è ormai trasformato in un business ha chiesto al sindaco Guerreschi di «fare rete con gli altri amministratori della Bassa e imitare il modello dell’accoglienza diffusa della Val Camonica».

In sostanza si tratterebbe di mettere in atto una micro-accoglienza attraverso una collaborazione tra il Comune, i privati che mettono a disposizione case sfitte e cooperative. Un modello che, però, non sembra al momento interessare gli amministratori della Bassa bresciana che due giorni fa si sono riuniti per inviare una lettera al Prefetto Valerio Valenti e chiedere maggiore collaborazione e trasparenza nell’assegnazione dei migranti ai privati. È questa, fino ad oggi, la strada percorsa anche dal sindaco Alessio Guerreschi.V.MOR.

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