«Bruciata viva
per il suo look
all’occidentale»

di Carla Costa
L’abitazione della coppia di indiani teatro dell’atroce aggressione avvenuta l’altra sera all’ora di cena: la 26enne è in condizioni gravissime
L’abitazione della coppia di indiani teatro dell’atroce aggressione avvenuta l’altra sera all’ora di cena: la 26enne è in condizioni gravissime
L’abitazione della coppia di indiani teatro dell’atroce aggressione avvenuta l’altra sera all’ora di cena: la 26enne è in condizioni gravissime
L’abitazione della coppia di indiani teatro dell’atroce aggressione avvenuta l’altra sera all’ora di cena: la 26enne è in condizioni gravissime

«Corri che hanno dato fuoco a tua sorella». Quelle grida nel buio, risuoneranno per sempre nell’animo di Ranjit Aoulakh Singh, il fratello di Parvinder, la 26enne cosparsa di liquido infiammibile e data alle fiamme dal marito Agib Singh, arrestato venerdì sera per tentato omicidio.

NON SI DÀ PACE Ranjit. Il giorno dopo l’orrore avvenuto nella villetta di Dello, trepida per la sorte della sorella ricoverata al Centro grandi ustionati di Genova. «Non ho avuto il coraggio di guardarla bene, poverina - racconta -, non riusciva a parlare, vedevo solo che con la mano mi indicava i suoi due bambini di 4 e 2 anni, che quando è successa la tragedia erano lì in casa e hanno visto tutto. Mi chiedeva disperatamente di prendermi cura di loro». Oltre ai due bimbi all’aggressione ha assistito anche la suocera di Parvinder. Contro cui punta il dito Ranjit. «Dopo la tragedia la mamma di Agib si è limitata a dire che tornerà subito in India. Non è giusto. Lei non è intervenuta per salvarla, è lei che ha sempre aizzato suo figlio contro mia sorella. Lui è sempre ubriaco. Anni fa gli avevano ritirato la patente per guida in stato di ebbrezza. E anche l’altra sera era in preda ai fumi dell’alcol e quando è in quello stato sua madre lo istiga a inveire su mia sorella, perché si metteva i jeans per andare a lavorare». Già, quello stile di vita occidentale che Agib e la madre non riuscivano ad accettare. «Accadeva spesso che litigassero - prosegue Ranjit - e che lui la picchiasse con la suocera lì presente, che l’altra sera non è intervenuta anzi, si compiaceva. È stata una tragedia annunciata».

Al capezzale di Parvinder c’è suo padre, i suoi due bambini sono stati dati in affido al fratello. «Non pensavamo che potesse arrivare a tanto», ripete con gli occhi lucidi Ranjit, mentre abbraccia il nipotino. «Nostra madre è in India, ha accompagnato là un nostro fratello perché la tradizione vuole che le nozze si celebrino nel proprio Paese d’origine», spiega Ranjit. Proprio come, cinque anni fa, era successo a Parvinder decollata dalla Bassa per raggiungere il suo «promesso sposo». Come prevede l’usanza indiana, per le nozze la sposa deve donare una dote allo sposo e così aveva fatto la famiglia della 26enne, ma sua suocera ancora oggi continua a lamentarsi perché per lei «non era abbastanza», dicono i famigliari di Parvinder. «Come dote abbiamo dato la macchina, l’arredamento di casa, tante cose - spiega ancora Ranjit -. Persino il lavoro ho trovato a quell’uomo, a Rovato in un macello».

Una scena che non dimenticherà mai quella dell’altra sera. «Quando sono arrivato a casa di mia sorella, l’ho vista per terra, era tutta bruciata - racconta Ranjit -: le ho chiesto come stava ma non riusciva a dire una parola. I vicini ci hanno raccontato di aver visto Agib darle fuoco: qualcuno si è gettato contro di lui, altri sono venuti ad avvertirmi». Quelle urla nella notte che Ranjit non dimenticherà mai.

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